L'incontro tra uno schieramento politico, presente in Consiglio comunale, e un'associazione operante sul territorio - il Centro Operativo Circe della Protezione civile - ha scatenato una polemica che si alimenta con continui interventi sulla rete. Alcuni esponenti di Agenda per Priverno, nei giorni scorsi, hanno incontrato i volontari della Protezione civile Centro operativo Circe di Priverno nella sede di Fontana Vecchia. E, da parte del Coc, sarebbero stati segnalati alcuni problemi che l'associazione, peraltro sempre presente in ogni situazione locale, comprensoriale e regionale (spargimento di sale nei mesi freddi, la crisi idrica, la pulizia della scuola vandalizzata, l'aiuto alle popolazioni terremotate), si trova a vivere, che da parte di Agenda sono stati resi pubblici. Il consigliere di maggioranza, Antonio Ines, ha giudicato inopportuno che un'associazione di volontariato «si presti a strumentalizzazioni politiche» e ha chiesto al presidente Massimiliano Di Legge se «sia permesso l'ingresso a chiunque» nei locali dell'associazione. Ines ha invitato il presidente del Coc «a ragionare sull'opportunità di ripensare il servizio di protezione civile su scala comprensoriale». L'unico che potesse fare chiarezza sulla vicenda è sembrato proprio Massimiliano Di Legge che, sempre sulla rete, ha pubblicato un lungo post, premettendo che non è sua intenzione, «alimentare polemiche» e che la sede è aperta a tutti ed egli stesso è sempre stato disponibile al dialogo. La settimana scorsa - ha spiegato - alcuni esponenti di Agenda per Priverno «mi hanno chiesto di incontrarci per conoscere l'associazione. Non ho trovato nulla in contrario e confrontandomi con i miei collaboratori ho accettato di riceverli, come avrei fatto con qualunque altro e come faccio da sempre, nei confronti di chi mostra interesse verso la mia organizzazione». Di Legge ha inoltre precisato che il Coc «ha lavorato dal primo gennaio anche senza convenzione con il Comune» e continua a collaborare con l'amministrazione comunale «pur senza mezzi», visto che attende un rimborso dal Comune di 10mila euro. E ora pare ci sia anche il rischio di perdere la sede.