Riceviamo da Marcello Ciccarelli e volentieri pubblichiamo una nota di risposta all'intervento dello scrittore Antonio Pennacchi sulla questione della Ztl nel centro della città.
«Caro Antonio, affermi che "L'isola pedonale al centro di Latina è una puttanata assoluta… [ le città che l'hanno]… sono state fondate e costruite nel medioevo, ….a misura di carretto… [noi invece abbiamo una città]… concepita nel novecento a misura d'automobile … anzi d'autostrada… questa è Latina già Littoria fondata nel novecento, non è Sezze o Sermoneta". E concludi con la proposta ironica (?) di farci un circuito urbano di Formula 1. Le tue parole mi hanno ricordato quelle del compianto Raffaele Muzio, allora assessore all'Urbanistica nonché presidente della Confcommercio quando proposi in Consiglio Comunale nel 1985 l'istituzione della stessa isola pedonale. Ora hai, avete, ragione quando affermate che Latina è una città pensata per le macchine, ma credo che tu converrai che la città non è solo quella che disegnano gli architetti ma anche quella che immaginano i cittadini. La nostra città è una "città aperta". Il PRG del 1971 interviene su un territorio urbano ampiamente compromesso dalle realizzazioni a macchia d'olio del dopoguerra. Tenta di dare una struttura territoriale che contrasti la direzionalità longitudinale (direzione Roma-Napoli) con una sorta di asse attrezzato Mare-Monti trasversale. E' una risposta che trasforma la forma urbana da circolare a reticolare con il vecchio perimetro centrale direzionale, ridotto a uno dei nodi della rete urbana. La nuova direzionalità si colloca là dove l'asse, toccando il centro urbano, si allarga a fuso e il simbolo dell'innesto è la torre pontina. Il vecchio centro è così "declassato" dalla funzionalità dei servizi, ma rimane sempre vivo simbolicamente anche perché conserva i centri direzionali del potere statale, locale e religioso. Ora nelle città veramente storiche d'Italia non c'è bisogno di individuare dove sia il centro simbolico: nel castello, nella piazza, nella cattedrale, il tutto chiuso da mura. A Latina non ci sono mura di riferimento ma i cittadini hanno risolto il problema innalzando mura immaginarie sulla circonvallazione, una linea poligonale e non circolare che disegna però i contorni del nucleo simbolicamente più prezioso della Città. Il bisogno identitario è forte al punto che la costruzione mentale del cittadino ha superato la realtà urbana. E più la città si apre, con i quartieri Q4 e Q5 e Latina Scalo, verso l'esterno, più il cittadino rafforza la sua idea di centro storico. E proprio questo bisogno dovrebbe spingerci a dare una moderna e consona forma urbana al "centro storico". E non devo certo dire a te quanto tutto ciò sia necessario e, oserei dire, urgente. Tu che più di chiunque ti preoccupi di costruire un'identità condivisa con i tuoi lavori letterari. L'Amministrazione ora deve però trovare i mezzi per dare forma permanente a questo bisogno non trascurando che fra i mezzi c'è anche il consenso di chi lavora nel Centro storico. Per chi ci abita la condivisione è già acquisita perché l'isola pedonale è una realtà vissuta: si esce la sera e non si attraversa un cuore vuoto; s'incontrano persone di ogni età e si può camminare serenamente anche a ora tarda».