La città di Latina ha il piacere di ospitare oggi il Presidente della Camera Laura Boldrini, chiamata dal sindaco Coletta a presiedere la cerimonia per l'intitolazione del parco pubblico ai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Siamo certi che il Presidente non si lascerà sfuggire l'occasione per addrizzare una volta per tutte il tiro delle sue considerazioni, sia quelle autentiche che quelle indebitamente attribuitele, sull'urbanistica del ventennio e sui simboli superstiti dell'epoca fascista, qui da noi abbondanti. Latina già Littoria, del resto, è una delle testimonianze fisiche più forti di quel periodo, e accettare di essere presente e protagonista in questa città in un momento di forte dibattito originato proprio da alcune sue esternazioni, impone a Laura Boldrini una presa di posizione chiara e netta riguardo alle origini e ai retaggi storici e socio culturali della piazza ospite. Nella certezza che la terza carica dello Stato non vorrà sottrarsi al compito che la attende e che saprà essere all'altezza della situazione, ponendo anche riparo a qualche ingenuità politica del primo cittadino che l'ha invitata, salutiamo il Presidente della Camera e la ringraziamo anticipatamente per la missione di pacificazione che si appresta a compiere in una città che si è improvvisamente divisa su un pretesto che in realtà nasconde dell'altro. Il problema dei cittadini di Latina non è quello del cambio di denominazione del parco pubblico, né quello della perdita toponomastica dovuta all'oblio cui è destinata la figura del poco conosciuto e tantomeno amato Arnaldo Mussolini, e men che meno attribuibile alla nuova intitolazione dei giardinetti a Falcone e Borsellino, figure già entrate di diritto, senza raccomandazione alcuna, anche nell'immaginario collettivo latinense. Quello che ha diviso Latina è piuttosto il modo in cui il sindaco Coletta ha gestito l'intera faccenda della nuova intitolazione del parco pubblico. E dal momento che Coletta giusto un anno fa aveva rappresentato per la gente di Latina il collante attorno al quale ritrovare il gusto di sentirsi cittadini, vederlo adesso all'opera con lo stesso goffo piglio delle figure che intende demolire ha destato un certo senso di disorientamento, già tradotto in forte antipatia. Approfittando della visita, il Presidente Boldrini potrebbe spiegare al «partecipativo» sindaco Coletta che non si amministra una città con la superbia e che per essere benvoluti e rispettati bisogna volere bene e rispettare a propria volta. Se riuscirà a fare questo, faremo di tutto per far tornare Laura Boldrini alla nuova intitolazione del piazzale antistante Palazzo Emme, oggi dedicato ad un altro fascista, Araldo Di Crollalanza, così potremo assistere anche alla riqualificazione di quel parco, oggi in completo stato di abbandono.