Un intervento da grande statista, durato oltre 80 minuti e interrotto da 40 applausi. Clima caldissimo e, al suo ingresso nella gremitissima Sala delle Feste, dove si sono raccolte circa mille persone, lo storico inno di Forza Italia accompagnato da cori da stadio. 

Così è iniziato il discorso di Silvio Berlusconi intervenuto alle 13 di ieri a Fiuggi, presso il Grand Hotel Palazzo della Fonte, a chiusura della "tre giorni" sul tema "L'Italia e l'Europa che vogliamo". Dopo aver "gigioneggiato" un po' con Antonio Tajani, Berlusconi, più in forma che mai, è entrato nel vivo del suo discorso fortemente ispirato alle radici del Partito Popolare Europeo. Il leader di Forza Italia ha quindi elencato quelli che a suo avviso sono i rischi maggiori che al momento il nostro mondo, il mondo occidentale, corre: una guerra mondiale catastrofica per via delle crescenti tensioni tra Usa e Corea del Nord; un'immigrazione fuori controllo in un mondo in cui ci sono sei miliardi di persone povere e solo un miliardo e mezzo di cittadini che vivono in condizioni agiate. E con la globalizzazione - ha rimarcato Berlusconi - tutti vedono ciò che accade nel mondo "ricco" e c'è il pericolo concreto che il processo immigratorio finisca con il non essere più controllato né governato. Infine, come terzo grande pericolo, il Cavaliere ha indicato le tecnologie che avanzano in maniera inesorabile mangiando posti di lavoro. Ha quindi citato Kohl e De Gasperi, parlando di un'Europa come "faro" dell'Italia. 

Quindi, le questioni politiche interne all'Italia: qui Berlusconi ha rivendicato la primogenitura del centrodestra "che - ha sottolineato - per primi abbiamo inventato e creato noi". Chiaro il riferimento a Lega e Fratelli d'Italia, ai quali ha comunque riconosciuto massima dignità, "ma - di fatto ricandidandosi a capo della coalizione di centrodestra e a premier - il leader di questa parte politica lo abbiamo sempre espresso noi e così avverrà anche adesso e in futuro".

Berlusconi, in riferimento alla Corte di Giustizia Europea, ha detto di attendersi una piena riabilitazione politica che ripari un torto subito e pianificato a tavolino. Ancora, ha ricordato che negli ultimi anni ci sono stati "quattro colpi di Stato", riferendosi ai governi non eletti dal popolo presieduti da Monti, Letta, Renzi e Gentiloni. "Governi che hanno preso il posto di esecutivi eletti dal popolo e mandati a casa solo in virtù di manovre di Palazzo". 

Sul futuro è stato chiaro: "La nostra proposta politica è maggioritaria nei sondaggi, il centrosinistra è diviso e lacerato da lotte interne fratricide, il Movimento 5 Stelle ha fallito tutte le sfide di governo e chi oggi si propone come candidato premier (il riferimento è al vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, ndr) non è altro che una "meteorina" della politica che nessun risultato ha prodotto e conseguito. Io ho 40 anni più di questa "meteorina" e in politica questo dato è solo un grande valore aggiunto". 

Infine, ha illustrato per grandi linee il programma di Forza Italia e del Centrodestra: "Meno tasse, meno burocrazia e tempi ridotti per l'amministrazione della giustizia". 

Il discorso si è concluso con l'enunciazione di un motto quanto mai esplicito: "Solo chi ci crede combatte, solo chi ci crede può vincere".