La programmazione urbanistica del Comune di Latina dovrebbe decollare a breve, nelle intenzioni della giunta, grazie a due diversi incarichi affidati ad uno stesso centro, il dipartimento di ingegneria civile Ambientale (Dicea) dell'università Sapienza di Roma. Si tratta però di due impegni di spesa da 211mila euro totali che non sono passati per una procedura ad evidenza pubblica e che non convincono Alessandro Calvi di Forza Italia. Due studi diversi e tre assegni di ricerca, in un caso il dipartimento di ingegneria ambientale si avvarrà di due professionisti, destinatari di assegno annuale (assegni "rinnovabili" si legge nell'atto) a cui saranno richieste competenze nel campo della rigenerazione dei quartieri periferici, nell'altro di un ricercatore che abbia competenze didattiche nel campo delle costruzioni marittime.
Cooperazione o contratto?
Per il consigliere di Forza Italia i due atti andrebbero revocati in autotutela. «L'amministrazione di fatto ha arginato il codice degli appalti facendo una convenzione e un affidamento diretto sempre allo stesso dipartimento della Sapienza, qui il presupposto dell'accordo tra enti non regge». Calvi cita la sentenza numero 3849 del luglio 2013 del Consiglio di Stato in cui una Asl aveva stipulato un accordo con il dipartimento di una università (la stessa natura di questi atti siglati dal Comune di Latina) motivandolo con la deroga contenuta nell'art. 15 della l. 241/1990, che prevede la possibilità per le amministrazioni di stipulare fra loro accordi di collaborazione per attività di interesse comune, formula che consente l'affidamento diretto di servizi». La sentenza fa una netta distinzione tra due istituti giuridici ben diversi, accordi di cooperazione e contratti e ritiene che la riconducibilità del rapporto ad un contenuto economico escluda la sussistenza di un comune interesse pubblico perseguito dalle amministrazioni. In sostanza in caso di contratto economico non si può parlare di cooperazione perché si prefigura un interesse privato. «Ma l'incongruità – spiega Calvi - è anche quella che noi come Comune, secondo il contratto, paghiamo in anticipo almeno il 50% subito e il 50% dopo sei mesi quando il progetto ha 24 mesi di durata e nessuno ci garantisce che il lavoro sarà portato a termine, quindi abbiamo professionisti pagati in anticipo. Come viene tutelato il Comune in questo caso?».
L'incarico dell'assessore
Il consigliere si chiede anche perché sia stata scelta proprio questa facoltà dal momento che, guardando al passato professionale di Gianfranco Buttarelli, che ha in carico il servizio dell'urbanistica e che ha inserito nel Dup la collaborazione con l'università, emerge che l'assessore ha ricevuto un incarico di consulenza professionale a Cisterna proprio dalla Dicea nel 2013-2014. «Nulla di illegittimo - dice Calvi - però è chiaro che potrebbe sorgere una incompatibilità e guarda caso Buttarelli nella seduta di giunta dove è stato siglato il protocollo di intesa tra il Comune di Latina e il Cersites della Sapienza (richiamato negli atti come presupposto dell'accordo) era assente. E' una palese inopportunità politica». Il consigliere di minoranza chiederà su questo caso un parere scritto dalla responsabile della Trasparenza e anti corruzione Rosa Iovinella «perché un segretario generale che visiona gli atti e con una spesa di 217mila euro deve assolvere al suo compito che è quello del controllo e della verifica di tutto quello che fa l'organo gestionale. Determine di questo spessore devono essere controllate. Con 217mila euro quante opere per eliminare barriere architettoniche o lavori nelle scuole si potevano fare?». Altro aspetto su cui mette la lente l'opposizione è quello del mancato coinvolgimento degli ordini professionali. «In un momento come questo in cui c'è un disagio di carattere economico si poteva scegliere di coinvolgere tutti gli ordini, perché ci dobbiamo rivolgere all'esterno? Invito gli ordini professionali di ingegneri e architetti ad impugnare questi atti qualora l'amministrazione in autotutela non li ritiri. Cosa che mi riservo di fare anche io, procedendo nella direzione dell'Anac e della Corte dei Conti per contestare metodiche che considero non regolari»