Entra nel vivo la campagna elettorale di Bassiano, paese chiamato in primavera a rinnovare il sindaco e il Consiglio comunale. Nonostante manchino mesi per le elezioni che stabiliranno chi sarà il nuovo sindaco del paese lepino, l'atmosfera nelle ultime settimane si è riscaldata, prima con la conferma che Giuseppe Mazzocchi sarà della partita, poi con lo stesso Mazzocchi, attualmente delegato del sindaco alla Protezione civile, che ha reso noto di aver pronta la lista a sua sostegno, che prenderà il nome di "Mazzocchi Sindaco", ma sulla quale non sono stati resi noti ulteriori dettagli. Lo stesso Mazzocchi adesso ha deciso di affrontare chi ritiene possano essere i suoi avversari durante la corsa elettorale. Il candidato sindaco ha deciso di chiamare a un confronto pubblico i suoi competitor: "Chiamo Giuseppe Fonisto, candidato sindaco di Grande Bassiano, il Partito Democratico se ancora presente, il rappresentante di Forza Italia di Bassiano e tutti i consiglieri comunali e assessori uscenti per confrontarci davanti i cittadini su cosa fare nella prossima consiliatura su temi importanti come lavoro, turismo, trasparenza, legalità, politiche giovanili e politiche della terza età». Una richiesta esplicita di un confronto pubblico per far passare il proprio messaggio, ma anche qualcosa di non scritto ma sottinteso che lascia perplessi circa la bontà dell'operazione. Perché non rivolgersi direttamente al sindaco Domenico Guidi, alla guida del paese da 4 anni e mezzo? Perché nominare subito Fonisto e la sua Grande Bassiano e poi fare distinguo rispetto a Forza Italia, partito cui fa riferimento lo stesso avversario extraconsiliare dell'amministrazione Guidi? E ancora, perché dire che «bisogna dimostrare ai cittadini bassianesi che con il confronto e il senso civico ci sono persone che sono all'altezza di governare e altre di stare all'opposizione consiliare o extraconsiliare, con la lista Mazzocchi Sindaco che chiede il confronto pubblico ed è pronta a governare?» E, soprattutto, se di nuovo progetto si tratta, perché il delegato alla Protezione civile resta con due piedi in una scarpa piuttosto che, a sei mesi scarsi dalle elezioni, non restituire la delega al sindaco?