Trasformare le scuole dell'infanzia comunale paritarie in scuole paritarie religiose con le strutture in comodato d'uso affidate alle congregazioni e probabilmente una retta per gli iscritti o, in seconda analisi fare un bando pubblico per le cooperative e riassorbire le suore con la clausola sociale. Oscilla tra queste due proposte il futuro delle congregazioni religiose che sin dalla Fondazione della città operano nelle scuole dell'infanzia, oggi legate all'aut aut del Comune arrivato con nota dirigenziale del servizio scuola. Una doccia fredda annunciata perché seguita alla difficile mediazione tra legali del Comune e della Curia ma non meno amara per come ci si è arrivati. Prima un atto di giunta un mese e mezzo fa per esprimere l'indirizzo di "mantenere le suore per attività anche diverse dall'insegnamento" (ma è quello che fanno nelle scuole: insegnano), poi la disdetta a partire da giugno 2017 comunicata dal dirigente, infine la comunicazione che sembra non avere margine per ulteriori mediazioni: fra dieci giorni le congregazioni presenti nei quattro istituti gestiti da religiose dovranno comunicare la trasformazione della scuola paritaria in capo al Comune in scuola paritaria religiosa, ovvero gestita dalle suore con l'affidamento della struttura, l'organizzazione e un eventuale riconoscimento di contributo economico sociale da parte dell'ente. Per il resto si presume che dovranno fare da sole e dunque provvedere a chiedere una retta per continuare a tirare avanti, una sorta di privatizzazione mal conciliabile con lo spirito e la missione di questi ordini. La difficoltà di questa trattativa sta anche nella diversità delle situazioni: nel caso delle passioniste di Le Ferriere la struttura è di proprietà delle suore e non del Comune, mentre nel caso della scuola San Marco, tra 35 anni gestita dalle Salesiane di Don Bosco, è dell'ente. In questo frangente acquisire una scuola (tra l'altro con frequenti problemi strutturali e manutentivi) è una impresa che non può essere sostenibili per questi ordini. D'altra parte essere stipendiate in una cooperativa non è la missione educativa per cui le religiose sono venute a Latina, complicazioni che rendono la vicenda sempre più nebulosa. Lo sconforto serpeggia tra le famiglie che aspettano di capire che cosa accadrà mentre la mozione sulle paritarie di Carnevale verrà discussa giovedì come primo punto all'ordine del giorno. Bolla l'atteggiamento del Comune Alleanza per Latina: "La battaglia ideologica del sindaco Coletta e di Lbc contro le scuole materne gestite dalle suore sul territorio comunale, come l'asilo San Marco e gli altri istituti nei nostri Borghi dove il legame con la comunità è ancora più sentito, probabilmente porterà il primo cittadino e l'assessore Di Muro ad essere ricordati per aver posto fine ad una tradizione legata alla fondazione della nostra città. Se è vero, «che questa amministrazione cerca nuove forme di collaborazione con le congregazioni religiose per non disperdere quel patrimonio di valori e di cultura rappresentato dalla scuole paritarie gestite dalle religiose nel territorio comunale», l'atto amministrativo che ha dato disdetta della convenzione del ‘97, confermata addirittura con delibera di consiglio dal Commissario Barbato, andava approfondito nei sui effetti»

La nota di chiarimenti inviata dal Comune di Latina:

"In riferimento alla delibera di giunta n.478 del 3 novembre scorso con la quale l'Amministrazione ha dato mandato agli uffici competenti di individuare ambiti, termini e forme di collaborazione tra il Comune di Latina e le Congregazioni Religiose per continuare, nel rispetto della legge, ad avvalersi delle stesse nelle scuole paritarie comunali, si porta a conoscenza che sono state proposte alle congregazioni tutte le strade percorribili per adeguarsi alla normativa vigente. E sono:

la trasformazione delle scuole paritarie comunali in scuole paritarie religiose, percorso in cui l'amministrazione interverrebbe con la concessione in comodato gratuito delle strutture oltre che con un contributo economico da determinarsi di concerto con le congregazioni stesse;

la partecipazione delle congregazioni religiose a quello che sarebbe un bando di gara ad evidenza pubblica aperto anche alla partecipazione delle congregazioni per l'assegnazione del servizio;

la gara per l'affidamento della gestione delle scuole con la previsione della clausola sociale per l'impiego del personale religioso attualmente presente nelle strutture, assunto direttamente dal soggetto gestore.

Tali proposte sono emerse anche a seguito di incontri avuti con la parte ecclesiale, tra cui la Curia diocesana nella sua opera di mediazione, in cui si è condivisa la necessità di adeguare le situazioni in essere alla sopraggiunta normativa nazionale.

In uno spirito di fattiva collaborazione, infatti, tali proposte costituiscono l'impegno manifestato dalla Giunta municipale a garantire la priorità del mantenimento del rapporto con le congregazioni nel rispetto della legislazione vigente.

In attesa che le congregazioni comunichino la loro libera scelta, l'Amministrazione, pur rendendosi conto dello sforzo che le stesse dovrebbero sostenere, auspicando che venga accolta la prima soluzione proposta, rassicura circa la garanzia sulla continuità di un servizio qualitativamente idoneo a famiglie e bambini che costituiscono l'impegno primario per l'Amministrazione".