Uomini e donne ricoverate insieme nel reparto di neurologia del Goretti. E' quanto risulta al consigliere regionale di Forza Italia Giuseppe Simeone che si chiede "se questa è la sanità targata Zingaretti".

"Il presidente uscente della Regione con la sanità ha fatto quello che si fa con le etichette di qualità sui prodotti al supermercato. Ci ha messo una fascetta con scritto "garantisco che va tutto bene" e si è lavato la coscienza. Ma questo garantisce solo che ci ha messo una scritta e non che nella realtà sia così. A dimostrarlo le condizioni in cui i pazienti sono costretti a vivere la propria malattia e i medici l'organizzazione dei propri reparti. In queste ore mi è arrivata, infatti, la notizia di un paziente che è stato ricoverato al Santa Maria Goretti di Latina, nel reparto di neurologia, nella stessa stanza in cui sono ricoverate solo donne. La risposta, legittima e sensata, da parte dei medici che sono costretti a destreggiarsi con una coperta, quella dei posti letto insufficienti, non corta ma cortissima, è che nei casi di urgenza l'imperativo è privilegiare l'assistenza alla privacy. Scelta che definire responsabile è poco. Ma è sul piano politico che questo è inaccettabile. E' sul piano politico che questa decisione a cui i medici sono stati costretti mostra la totale assenza di responsabilità da parte di chi, come Zingaretti, per cinque anni ha governato questa regione e si è voltato dall'altra parte rispetto a questa emergenza sostituendo i tagli ai servizi. La situazione di promiscuità, a cui tra l'altro quotidianamente sono costretti i malati che arrivano al Pronto soccorso di tutti gli ospedali della provincia di Latina e del Lazio, stipati in stanze sovraffollate e corridoi, non dovrebbe, come è, essere la normalità. La promiscuità è sintomo dell'incapacità di far fronte al massiccio afflusso di ricoveri in tempi brevi a fronte di una grave e cronica carenza di posti. La promiscuità in ambito sanitario significa privare le persone, già sofferenti e spaventate, della dignità. Il tutto perchè Zingaretti non si è preoccupato di intervenire per risolvere, non con la bacchetta magica, ma con azioni programmate l'inadeguatezza, strutturale e di personale, dei nostri ospedali. Ledere la dignità dei ricoverati significa anche modificare le abitudini di ricovero dei pazienti stravolgendo un modo culturale di affrontare la malattia in una delicata fase come quella del ricovero ospedaliero. Cinque anni non sono un giorno per intervenire. Sono un tempo più che congruo per dare risposte e migliorare i servizi. I cittadini e i medici non chiedevano miracoli ma rispetto. Lo stesso rispetto che non si può sintetizzare nella demagogica letterina di Natale che Zingaretti si è preoccupato di inviare al personale della Asl di Latina per spiegare la rivoluzione, mancata stando i fatti, della sanità del Lazio. Fa bene il presidente pro tempore della regione Lazio a ringraziare il personale, medico, infermieristico e tecnico dei nostri ospedali perché è solo grazie a loro che sono certo questa situazione vergognosa si risolverà mantenendo alto quello standard di qualità e di efficienza dei servizi che proprio Zingaretti con la sua inerzia tenta ogni giorno di negare".