Opposizione e media non gli danno tregua, ma il sindaco tira dritto per la sua strada, anche quando c'è da fare un po' di slalom per aggirare i cumuli di rifiuti sui marciapiedi, accanto ai cassonetti. Ma da buon ex calciatore, Damiano Coletta è abituato ai dribbling e alle insidie del campo e della palla. Sulla questione dei rifiuti convoca conferenze stampa, cerca di rintuzzare gli attacchi coinvolgendo dirigenti e assessori, si assume la responsabilità politica dell'operazione Abc e continua a giocare la partita incurante dei risultati provvisori, visto che è comunque lui a fissare la durata dell'incontro, che nel caso di specie non è di 90 minuti, e nemmeno di 90 giorni.
Sindaco, Lei ha portato a casa il risultato del ritorno alla gestione diretta del servizio dei rifiuti; politicamente è forse il successo più importante della sua amministrazione fino ad oggi. Non teme l'eventualità di un insuccesso sul versante della gestione del servizio?
«Indubbiamente questa operazione dà valore identitario al mandato. L'importanza della scelta la percepisco da diversi versanti. Sulla questione in generale mi sento tranquillo perché mi sono affidato a professionisti seri e preparati che costituiscono la nostra garanzia. Se abbiamo corso un po', è perché avevamo i tempi del tribunale da rispettare e perché avevamo fretta di portare a casa il risultato. Mi spiace soltanto che l'opposizione non abbia colto il senso compiuto dell'operazione».
La Sua scommessa è iniziata prima del Suo sbarco in Comune, e l'annuncio ufficiale della volontà di costituire un'azienda speciale lei l'ha dato su queste pagine con una intervista del 30 luglio 2016. Perché insistete nel dire che la scelta di Abc nasce dopo il primo parere dell'Anac (aprile 2017), quando tra l'altro l'Anac non vi invita a fare una cosa piuttosto che un'altra?
«La scelta l'abbiamo maturata da subito, per uscire da una gestione privatistica. Abbiamo pensato prima ad una società in house, poi il fallimento di Latina Ambiente e subito dopo l'intervento della legge Madia ci hanno spinto verso l'azienda speciale, che forse è anche una soluzione migliore, perché si apre ad altre prospettive, vuoi per servizi diversi da quello dell'igiene ambientale, vuoi per la possibilità di espandersi anche fuori del territorio comunale».
L'assessore Capirci, nella conferenza stampa dell'altro giorno ha detto che il Comune corre dei rischi politici, ma non finanziari, perché le eventuali perdite verrebbero ripianate dai cittadini. Che è la verità, ma non è incoraggiante.
«Va visto anche il contesto in cui l'assessore ha parlato, e Capirci intendeva sottolineare che prima ancora di qualsivoglia eventualità, un cattivo servizio sarebbe un fallimento politico della nostra amministrazione. Restano gli obiettivi di arrivare, con una gestione oculata, al 45% di raccolta differenziata e alla riduzione della tariffa pagata dai cittadini».
Anac e Revisori dei Conti sostengono che avreste dovuto essere più precisi nello spiegare quale sarà per il Comune il vantaggio economico derivante dalla scelta di affidare il servizio a un'azienda speciale.
«E' facile rispondere: puntiamo ad un servizio diverso rispetto al passato, ad un maggiore controllo sulla gestione, ad una percentuale maggiore di differenziata e ad un sensibile risparmio per i cittadini. Cambiamo sistema sperando di cambiare anche i risultati. E ci auguriamo che in questo percorso cambi anche la mentalità dei cittadini, e in questo conto molto sulle nuove generazioni».
Lei o l'assessore Capirci avete detto che la scelta è tra un sistema che produce utili d'azienda e un sistema che punta esclusivamente al pareggio dei conti. Da quando fare utili è diventata una sciagura? Non è forse una garanzia per i cittadini?
«Nessuna sciagura, però pensiamo che sarebbe meglio avere la possibilità di redistribuire tra i cittadini eventuali margini di profitto. Latina potrebbe diventare un modello per tutto il sud del Paese. Siamo tutti in grande difficoltà e per questo consideriamo la nostra una scelta di grande modernità. Puntiamo ad essere puliti, efficienti e meno costosi».
Lei ha messo su un Cda di prim'ordine: De Stefano, Faiola e Cupellaro, che si sono già esposti correndo perfino qualche rischio nei primi dieci giorni di raccolta con Abc. Cosa si aspetta da loro?
«Li ringrazio perché oltre a competenza ed esperienza hanno portato a questa scommessa il valore aggiunto di una passione personale ed ideale che non mi sarei aspettato. E' vero che nei primi giorni hanno sudato per trovare le soluzioni ai tanti problemi incontrati nel passaggio da una società all'altra, ma hanno avuto dalla loro il personale, che insieme al sindacato ha sposato questa nostra avventura. E adesso sono alle prese con l'altra questione da risolvere in fretta, quella dei lavoratori interinali».
Questi signori La fanno stare tranquillo o sa già che vorrà controllarli a vista? Lei in fondo ha voluto introdurre la figura di collegamento di Diego Vicaro.
«Quella di Vicaro è una figura necessaria, perché tra Abc e il Comune un rapporto tecnico ci vuole, e Vicaro ha fatto parte della task force che ha predisposto le basi per la creazione di Abc».
Quanto tempo impiegherà Abc a dare ai cittadini quello che aspettano ormai da vent'anni, un servizio decente e una differenziata all'altezza dei tempi?
«Le parole in questo caso spettano a chi ha la competenza gestionale e tecnica e quindi mi affido alla professionalità di De Stefano, il quale mi dice di poter arrivare entro un anno al 45% di raccolta differenziata. Ma siccome sono ambizioso e sportivo, e voglio correre, farò di tutto per arrivare il prima possibile al traguardo minimo del 65%. E ambisco anche a portare la città di Latina al ruolo di capofila in provincia per la materia dei rifiuti. Che è, insieme alla ripubblicizzazione dell'acqua, un obiettivo del nostro programma».
Quanto costerà ai cittadini questa ambiziosa prospettiva?
«Costerà il sacrificio di dover cambiare mentalità e cultura, e lo dico senza voler apparire presuntuoso. Latina deve acquisire una mentalità diversa e uno spirito comunitario che ha smarrito per strada. Questa scelta dell'azienda speciale cui affidare la gestione dei rifiuti è il primo banco di prova in quella direzione. E' un obiettivo enorme, ma nel contesto generale delle cose da fare ci sarà sempre bisogno dei cittadini. Inevitabilmente torniamo sempre al concetto di partenza, quello della rivoluzione della normalità».