"Vogliamo andare al governo e alla Regione per smentirli, per smentire i partiti. Dicono che siamo incapaci quando il loro modo di fare politica ci ha tolto tutto". Bastano poche parole per scaldare la piazza 5 stelle ieri riunita nel tour elettorale partito sin dalla mattina tra tribunale, ospedale e discarica di borgo Montello e concluso in centro. La città che non si appassiona ha avuto un lieve fremito, ma nulla di più. Circa trecento persone prima tiepide e poi via via scaldate dalla verve di Alessandro Di Battista, deputato e leader, che usa il consueto canovaccio del movimento a base di antipolitica, tagli ai privilegi e un pizzico di populismo che non guasta, una ricetta che però fa presa nei molti disillusi dalla retorica tradizionale delle promesse elettorali e degli accordi nel chiuso delle stanze.  L'occasione era per trainare Roberta Lombardi alla Regione Lazio e con lei si sono alternati Luca Frusone, capolista alla Camera nel listino proporzionale, la consigliera regionale Gaia Pernarella e l'europarlamentare Dario Tamburrano.

"Abbiamo l'obbligo di alzare la testa – dice Di Battista - Non vi chiedo il voto e faccio tutto questo da non candidato, avrei la poltrona assicurata al 100% ma vogliamo darvi un riscatto, una vera legge sul conflitto di interessi ad esempio, perché poche persone detengono il potere in Italia, o una legge anticorruzione. So che in questo territorio hanno interrato rifiuti tossici e che ci sono infiltrazioni della camorra". Io non vi devo convincere, noi più di questi cinque anni all'opposizione non possiamo fare, ma vogliamo far approvare leggi a maggioranza importanti per il paese. Se poi non ci votate non vi lamentate della solita politica. Il Movimento 5 stelle è nato per contrastare i partiti e se loro si fossero comportati bene noi non staremmo qui. Noi abbiamo vinto a Roma, a Torino e vogliamo vincere ancora. Abbiamo il vento in poppa. L'obiettivo dei partiti non è governare il paese ma impedire che li governi il 5 stelle perché lo sanno che gli tagliamo i vitalizi in cinque minuti, che gli tagliamo gli stipendi".

Poi c'è la consigliera regionale Gaia Pernarella a ricordare i guasti della provincia. "Oggi Latina è fanalino di coda su sanità e infrastrutture. Avevamo preso degli impegni e li abbiamo rispettati: quello di tagliarci le indennità e reinvestirle per i cittadini, quelli sono soldi nostri mentre ci fanno pensare che ci elargiscono servizi per grazia ricevuta e ci abituano ad andare a chiedere con il cappello in mano". Pernarella ricorda i dati della differenziata ai minimi storici come ribaditi dall'assessore all'ambiente del Comune Lessio e riportati dai giornali. "Se la differenziata crolla di dieci punti è un problema gravissimo ma qui non fa scalpore e sapete perché ? Perché Coletta è grande amico di Zingaretti, si tendono la mano". Poi le battaglie in corso: "Vogliono fare l'autostrada Roma-Latina, un progetto di venti anni che vogliono applicare oggi che ci è già costato una condanna di danno erariale di venti milioni di euro". Infine la candidata Lombardi che punta sulla sanità. "La sanità è costruita su misura dei ras locali. Le persone sono costrette a scegliere la sanità privata. E se non ce la possiamo permettere rinunciamo a curarci. Ci vogliono malati a lungo. Io voglio una sanità dove i dirigenti non fanno tagli. Il linguaggio di verità non esaspera i cittadini. E' la presa di fondelli che li indigna. Da qui al 4 marzo dobbiamo portare le persone a credere di cambiare regione e paese. Questo dipende da ciascuno di noi presente in questa piazza. Io scelgo di tornare a vedere l'orizzonte".