Un milione e 300mila euro spesi in cinque anni per la custodia dei cani randagi ritrovati sul territorio. È bastato questo - oltre alla chiusura del canile di Pomezia da parte del Nas, ndr - a far aprire i cassetti del Comune al vice sindaco di Nettuno, Daniele Mancini, che ha ritrovato il vecchio progetto di un canile, mai realizzato e oggi tornato d'attualità dopo la volontà dei sindaci Angelo Casto (Nettuno) e Luciano Bruschini (Anzio) di realizzare una struttura intercomunale proprio sui lidi della città dedicata al dio pagano del mare.

«Come un buon padre di famiglia - scrive Mancini sulla sua pagina Facebook - ho pensato al controllo della qualità di vita degli animali, con un occhio alla spesa, per far sì che possa essere veramente a vantaggio del benessere degli animali e dei cittadini di Nettuno. Ho resuscitato un vecchio progetto nei cassetti degli uffici, parlato con il presidente dell'Agraria e con il consigliere Dell' Uomo, sensibile alla questione e che ringrazio per la collaborazione fattiva, e mi sono confrontato con associazioni e membri di maggioranza della commissione Ambiente. Mi sono messo personalmente alla ricerca di un luogo idoneo, ho chiesto agli uffici l'istituzione dell'anagrafe canina comunale e ho stabilito che così non si può andare avanti: 1.300.000 euro in 5 anni di spesa senza alcun controllo diretto, difficoltà alle adozioni per la lontananza dei siti, nessuna supervisione giornaliera sulle condizioni degli animali e le loro necessità».

Fino al controllo del Nas, però, non si era mosso nulla «nonostante - conclude Mancini - le mie ripetute sollecitazioni al dirigente e agli uffici Ambiente, Sanità e lavori pubblici».