Il sindaco Antonio Terra accantona definitivamente l'idea di farsi da parte e si prepara ad affrontare la prossima campagna elettorale come candidato sindaco della coalizione civica al governo della città, nonostante gli penda sul capo una richiesta di rinvio a giudizio presentata dal pm - che verrà discussa il 18 luglio - con l'accusa di truffa e falso ideologico. Il caso è quello dei rimborsi gonfiati: il sindaco, insieme a Rino Savini, Cataldo Cosentino, assolti dalla Corte dei Conti insieme ad altri amministratori della giunta Meddi per le assunzioni senza procedure concorsuali, sono accusati di aver chiesto al Comune di Aprilia la restituzione per le spese sostenute di una somma di denaro molto più alta di quella stabilita dai giudici - 20 mila euro ciascuno invece che 1700 euro previste dalla Corte dei Conti - e di aver versato all'avvocato di fiducia Antonio Martini solo parte di quella somma. Un'indagine, quella appena conclusa con la richiesta di rinvio a giudizio, partita dopo un esposto presentato Carmen Porcelli. Se rinvio a giudizio ci sarà, sarà il tribunale a decidere la condanna o l'assoluzione degli amministratori coinvolti e del loro avvocato. Intanto il sindaco Terra fa un passo indietro solo rispetto a quanto dichiarato a marzo 2017, quando, con l'indagine ancora in corso, promise di dimettersi in caso di rinvio a giudizio. «Le liste di maggioranza - afferma Terra - su questo punto si sono già espresse. Sono sereno e fiducioso del fatto di poter chiarire la mia posizione, anche perché il tribunale del riesame e la Cassazione hanno in parte già accolto le nostre richieste sul dissequestro di una parte delle somme».
Proprio alla maggioranza, il consigliere di Primavera Apriliana lancia un appello forte e chiaro, chiedendo a loro quella che considera una prova di buon senso. «Sarebbe opportuno - afferma Porcelli - che il sindaco Terra compisse un atto di generosità nei confronti di Aprilia, facendo un passo indietro. Aveva detto, quando fu indagato dalla procura che non avrebbe affrontato una campagna elettorale con la richiesta di rinvio a giudizio. Evidentemente ha cambiato idea. Rivolgo allora l'appello alle forze politiche che lo sostengono: all'indomani di quella indagine i suoi alleati non firmarono un documento di solidarietà. Ecco forse il caso vorrebbe, se non è in grado il sindaco, che lo facessero loro un passo di lato».