Il vento gelido gonfia le bandiere e rende stoici i cittadini accorsi in piazza del Popolo per ascoltare Giorgia Meloni per la chiusura della campagna elettorale di Fratelli d'Italia. Una chiusura nazionale, con la presenza di tutti i maggiorenti di FdI che ad uno ad uno salgono sul palco. La leader arriva abbondantemente dopo le 19 ma ci mette un attimo a prendersi la scena. «Abbiamo girato in lungo e in largo il Paese e hanno provato anche a non farci parlare: mi sono presa insulti e non solo dei centri sociali. Ebbene, sappiano che da lunedì quando saremo al Governo, i centri sociali violenti saranno chiusi». La piazza, dal boato, apprezza. Giorgia Meloni è abile nell'oratoria, del resto nonostante abbia appena 41 anni, ha esperienza politica da vendere. E si sente. Alterna gli argomenti con sapienza, tocca tutte le corde delicate dei valori che scatenano l'emozione dei suoi sostenitori.
Ma il colpo di teatro arriva sul finale, quando Giorgia Meloni firma il contratto coi latinensi. «Io sarò eletta in questo collegio e sarò il deputato di Latina - dice senza infingimenti la leader - E mi prendo un impegno qui, in piazza del Popolo, davanti a tutti, firmando un patto col territorio». I punti sono diversi, si va dal sostegno alle imprese «che resistono eroicamente sul territorio» alla difesa del made in Italy, passando per la sollecitazione «della realizzazione delle infrastrutture come la Roma-Latina e la Cisterna Valmontone». Poi ancora, «un fondo nazionale a favore delle città di Fondazione» e un sostegno concreto per «il potenziamento del tribunale e dell'ospedale Santa Maria Goretti, dove sono stata nei giorni scorsi ed è davvero al collasso».