I tumori al fegato e alla mammella i più frequenti tra Campoleone, Casalazzara e via Aprilia; malattie alla tiroide, a carico dell'apparato respiratorio, alla cute e allo stomaco quelli che registrano una maggiore incidenza tra Carano e Campoverde; a Campo di Carne troppe donne muoiono di tumore all'utero, mentre l'asse tra La Gogna e Fossignano registra un tasso più alto di tumori alla trachea, bronchi e polmoni per gli uomini e alla vescica per le donne. Un dato importante, pur non potendo essere correlato ancora in maniera diretta con l'inquinamento ambientale e la presenza di aziende a rischio e impattanti disseminate sul territorio, quello emerso dalla presentazione al pubblico dello studio epidemiologico commissionato dall'amministrazione comunale e condotto dalla Asl di Latina con la collaborazione dell'Istituto superiore di sanità.
I dati già presentati durante la prima fase di lavori, conclusa nel 2016 e aggiornati a quella data, sono stati geolocalizzati all'interno delle diverse aree del territorio, permettendo così agli studiosi di poter disporre di un dato realistico e utile in futuro per valutare programmi di screening mirati sulla popolazione. A illustrare la geolocalizzazione dei dati è stata la dottoressa Paola Michelozzi, responsabile del dipartimento di epidemiologia della Regione Lazio. Diviso in 5 macro zone, i dati raccolti sul territorio hanno spiegato di cosa soffre la popolazione. Se nel centro storico gli studiosi non hanno notato alcuna incidenza né un tasso di mortalità sopra la norma, diversa la situazione delle periferie. Tra gli 8.000 abitanti di Casalazzara, Campoleone e via Apriliana si registra una maggiore concentrazione di tumori al fegato e alla mammella, con una mortalità più elevata; La popolazione di Carano, Gattone, zona Isole e Campoleone soffre maggiormente di malattie all'apparato respiratorio e tumori alla tiroide per le donne, alla cute e allo stomaco negli uomini; Campo di Carne registra un eccesso di morti per tumori all'utero; per i 14 mila abitanti di La Gogna e Fossignano il problema più grave restano i tumori della trachea, dei bronchi e dei polmoni per gli uomini e della vescica nelle donne. Non solo. Il professor Fabio Pannozzo, direttore del registro provinciale dei tumori, ha ricordato i dati già illustrati due anni fa, che indicavano ad Aprilia una maggior percentuale rispetto alla media regionale e una diversa incidenza ad Aprilia di tumori al polmone, alla prostata alla vescica negli uomini, ma una più bassa incidenza dei tumori al colon retto; elevata nelle donne l'incidenza di tumori al seno e alla tiroide, con una bassa mortalità. In crescita invece la mortalità per tumori allo stomaco e ai tessuti molli e per il mieloma multiplo. Patologie che lo studio fin qui condotto, non è riuscito ad associare direttamente all'esposizione all'inquinamento ambientale e che potrebbe essere legato allo stile di vita. L'esame di acque e campioni di unghie ha rivelato una elevata esposizione all'arsenico in periferia, legata all'approvvigionamento dai pozzi. Troppo basso il campione esaminato per poter offrire un dato oggettivo, tuttavia sia il sindaco che il dottor Giorgio Casati, direttore generale della Asl hanno sottolineato l'importanza della prima fase di studio dal punto di vista medico.
I risultati
Più tumori nelle periferie: lo rivela lo studio epidemiologico
Aprilia - La ricerca dell'Asl rileva un’incidenza più alta di patologie nei borghi rispetto al centro, ma ancora non sono individuate le correlazioni