In Consiglio comunale a Terracina regna la confusione da martedì scorso, quando con una conferenza stampa i tre consiglieri del gruppo Sciscione (Gianfranco Sciscione, Domenico Villani e Andrea Bennato) hanno ufficializzato il loro ingresso nella Lega. Nicola Procaccini in un baleno ha perso la fiducia del suo ex alleato di ferro, che doveva anche essere il candidato unico del centrodestra alle elezioni regionali. E non lo è stato. Francesco Zicchieri, neo deputato, assai critico sulla giunta Procaccini ma da sempre grande amico degli Sciscione, con un colpo di coda ha trasformato l'unico scranno della Lega (il suo) in un gruppo da quattro. Che ora vuole contare. Ma dove? Ecco, questo è assai poco chiaro. Secondo Zicchieri, capo assoluto della Lega nel Lazio, ora deputato, a Terracina il Carroccio «resta all'opposizione». Ma gli sciscioniani, che ieri hanno incontrato il primo cittadino, hanno invece assicurato che loro lo strappo col sindaco non lo vogliono creare. Il patto con gli elettori, insomma, non si tradisce. Dunque sono in maggioranza. O forse no? Il gruppo a deciderà su ogni singolo provvedimento: a partire dal bilancio consuntivo, che si voterà a breve. In quell'occasione, la Lega di lotta e di governo, che sta all'opposizione ma anche no, potrà esprimersi. E far sì, ad esempio, che la maggioranza sia di appena 13 consiglieri se dovesse schierarsi all'opposizione. Di ben 18, invece, se i quattro leghisti (gli sciscioniani più Fulvia Pisa, che entra al posto di Zicchieri) decidono di votare a favore di un qualsiasi provvedimento. Maggioranza flessibile, dunque. 

Non arriva allora a caso la richiesta del vicepresidente del Consiglio comunale (il presidente è Sciscione) di porre all'ordine del giorno la riorganizzazione delle commissioni: «Non vorrei che gli avvenimenti politici delle ultime ore comportassero un blocco delle attività», scrive Giuseppe D'Andrea «con la spiacevole conseguenza di vedere l'impegno politico profuso più per sistemare i numeri di una maggioranza risicata che i problemi della città». Anche D'Andrea definisce la strana posizione della Lega «minoranza nella maggioranza». Mentre, aggiunge, « deduco che la maggioranza consiliare, pre-elezioni politiche e regionali, organica e compatta su un'idea di città e sulle scelte del suo sviluppo, di fatto, non esiste più». È proprio a Sciscione, presidente del Consiglio comunale e nuovo entrato nella Lega, che D'Andrea chiede «lo sforzo di gestire al meglio i lavori in questa fase delicata dell'attività consiliare».