Manovre, confronti, calcoli ponderati per capire quante chance ci sono di vincere per questo o quel candidato presidente. A meno di un mese dalle elezioni provinciali, la corsa alla massima carica di via Costa non è ancora entrata nel vivo. Nessun candidato sicuro, tanti papabili, uno che ha fatto un passo indietro (Gerardo Stefanelli). Lo scenario al momento dice questo. Il centrosinistra targato Pd prosegue nel suo dialogo coi civici, mentre il centrodestra definirà tutto entro la fine della settimana in corso.
Come si elegge il presidente
Il Presidente della Provincia viene eletto dai consiglieri comunali e dai sindaci della provincia, tra quei sindaci che hanno un mandato che scade non prima di 18 mesi. In questo caso, dunque, elettorato attivo e passivo non coincidono. Il Presidente resta in carica 4 anni (salvo decadere automaticamente alla cessazione della carica di Sindaco) e per candidarsi necessita di un numero di sottoscrizioni a suo sostegno pari almeno al 15% degli aventi diritto al voto. Il sistema elettorale per l'elezione del Presidente della Provincia utilizza il metodo della ponderazione: l'elettore vota per uno dei candidati e viene eletto il candidato che ha ottenuto la maggiore cifra elettorale ponderata. In caso di parità è eletto il candidato più giovane.
Centrosinistra e civiche
Il Partito democratico e Latina Bene Comune stanno provando a stringere un'intesa per la conquista della presidenza. I margini ci sono e un accordo di massima appare già esistente. Il punto è che il sindaco di Latina Damiano Coletta sta provando a coinvolgere gli altri esponenti delle Civiche pontine come Aprilia, Sabaudia e Bassiano. Questi però non sembrano entusiasti di sostenere né Coletta né tantomeno un sindaco del Pd. La partita, dunque, è piuttosto lunga e incerta. I nomi che si fanno: oltre il sindaco di Latina, il primo cittadino di Sezze Sergio Di Raimo.
Il centrodestra
La coalizione che una volta considerava un proprio baluardo via Costa, è uscita rinfrancata dalle recenti elezioni politiche e regionali, ma al contempo è consapevole che il voto ponderato non offre molte possibilità di riuscita. Le città maggiori della provincia vedono il centrodestra all'opposizione e se nel 2014 quando ancora era in sella a Latina è riuscita comunque a perdere, la coalizione di centrodestra non può certo giocare da favorita questa partita del 29 aprile. Al momento la priorità è quella di scegliere candidati unitari per le comunali di giugno, quando la vittoria è vista a portata di mano. Per via Costa le opzioni sembrano essere quelle dei sindaci di San Felice (Pino Schiboni), Fondi (Salvatore De Meo) o Terracina (Nicola Procaccini). I primi due sono di Forza Italia, il terzo di FdI. Ma occhio alla Lega: a livello di consiglieri hanno poco, ma il risultato elettorale del 4 marzo pone il partito di Salvini come un interlocutore indispensabile. I bene informati dicono che i leghisti un aspirante presidente lo hanno individuato. E qualcuno, addirittura, non disdegna l'appoggio a un civico moderato come il sindaco di Sabaudia Giada Gervasi. Come si dice, se son rose, fioriranno.