Parlare di lavoro ai tempi del precariato e con una riforma pensionistica che non favorisce il ricambio generazionale e finisce per consolidare il tasso di disoccupazione giovanile, vuol dire addentrarsi in un terreno scivoloso anche per chi delle battaglie per i diritti dei lavoratori ha fatto il proprio pane quotidiano da 40 anni.
Proprio su questi temi delicati, sul significato della Costituzione e sul ruolo del sindacato, Maurizio Landini – ex segretario generale della Fiom, oggi nella segreteria nazionale della Cgil – ha basato una lezione speciale tenuta presso l'aula magna dell'istituto superiore Nello Rosselli. Un incontro organizzato dall'Anpi di Aprilia, nell'ambito del progetto «Non perdiamo la memoria», che dallo scorso anno ha permesso ai ragazzi del professionale di conoscere meglio la Costituzione italiana e di approfondire temi storici quali la rivoluzione industriale. Proprio con la visita all'ex istituto Mattei è iniziata la visita di Landini, che ha avuto modo di visionare i laboratori in uso ai giovani studenti e confrontarsi con loro sulla trasformazione del lavoro e dei diritti degli operai. Un confronto proseguito anche presso la sede centrale di via Carroceto, davanti a una platea composta da centinaia di studenti, che hanno ascoltato gli interventi di Landini, del presidente dell'Anpi Filippo Fasano e dell'avvocato costituzionalista Luca Brienza. «La precarietà del lavoro – ha spiegato Landini a margine dell'incontro – va cancellata. Bisogna riportare al centro i diritti e modificare il Jobs Act. Se un governo riuscirà a formarsi, da sindacalista che si è battuto contro le scelte governative sul sistema pensionistico, buona scuola e lavoro, mi aspetto quel cambio di passo che i cittadini hanno chiesto attraverso il voto. Per quanto ci riguarda, misureremo l'operato in base a come verranno recepite le nostre proposte contenute nella nuova carta dei diritti». Un documento, quello cui fa riferimento il dirigente della Cgil che punta a ristabilire diritti inderogabili per tutti i lavoratori, dai precari a quelli a partita iva, rimodulando orari e retribuzioni, cancellando il precariato e creando le condizioni per far crescere le occupazioni, atrraverso investimenti pubblici e privati. «Vanno reintrodotti gli ammortizzatori sociali – chiarisce Maurizio Landini – perchè oggi ad una azienda costa meno licenziare che non ricorrere alla cassa integrazione. Agli strumenti classici quale cassa integrazione e contratti di solidarietà, deve affiancarsi il reddito di garanzia, per chi il lavoro lo perde e per chi ancora lo sta cercando. Infine serve una riforma dell'età pensinabile: pensione a 70 anni vuol dire remare contro al lavoro giovanile». E proprio ai giovani il segretario nazionale della Cgil ha rivolto un appello accorato. «Non bisogna pensare di risolvere i problemi da soli, ma organizzarsi collettivamente per far valere i propri diritti. Diritti che consistono anche nella formazione permanente e non solo negli anni di scuola. In un mondo che cambia con sempre nuove tecnologie, la formazione è garanzia di crescita».