Le elezioni sono state indette per il giorno 29 aprile 2018. Le operazioni di voto si svolgeranno nell'unica giornata di domenica 29 aprile 2018 dalle ore 8 alle ore 20 nel seggio che verrà costituito nella Sala Loffredo presso la sede centrale della Provincia, in via Andrea Costa a Latina.
Ai sensi della Legge 7 aprile 2014, n. 56, come successivamente modificata ed integrata, sono eleggibili alla carica di Presidente i sindaci in carica nei Comuni della Provincia di Latina alla data corrispondente al termine finale fissato per la presentazione delle candidature e il cui mandato scada non prima di diciotto mesi dalla data di svolgimento delle elezioni.
Sono elettori i sindaci e i consiglieri comunali dei Comuni ricompresi nel territorio della provincia di Latina in carica alla data delle elezioni indicata dal decreto del presidente.
I candidati alla presidenza della Provincia di Latina sono tre: Giada Gervasi, sindaco di Sabaudia, sostenuta dalle Civiche Pontine e dalla Lega, che ha scelto di sostenerla in quanto «unica vera espressione di civismo lontano dai partiti». C'è poi Carlo Medici, sindaco di Pontinia, esponente del Partito democratico che viene sostenuto oltre che dalla componente maggioritaria del Pd provinciale anche da Forza Italia e dal movimento Idea, quello guidato da Enrico Tiero. Infine il sindaco di Latina Damiano Coletta sostenuto da Latina Bene Comune e dalla minoranza interna del Partito democratico.

Un voto dalle mille incognite quello che domani andrà in scena in via Costa, nell'unico seggio allestito nella sede della Provincia di Latina. Gli oltre 400 aventi diritto, tra consiglieri comunali e sindaci dei comuni pontini non commissariati (all'appello mancano Cisterna e Formia) si recheranno uno per volta a inserire la scheda "ponderata" per scegliere chi tra Giada Gervasi, Damiano Coletta e Carlo Medici sarà il furuto presidente della Provincia.
Le incognite sono tutte legate alle fibrillazioni che queste elezioni hanno innescato all'interno dei vari partiti. Il Pd è quello più lacerato, in quanto la divisione è diventata pubblica. La componente maggioritaria vicina al segretario provinciale Salvatore La Penna e all'ex senatore Claudio Moscardelli ha proposto la candidatura di Carlo Medici, al fianco del quale ha costruito una coalizione trasversale, cosiddetta istituzionale, insieme a Forza Italia e Idea, il movimento di Enrico Tiero. Una mossa che ricorda quanto accaduto in altre parti d'Italia e soprattutto a Frosinone, dove dal 2014 Pd e Forza Italia hanno guidato la provincia ciociara. Non tutto il Pd però ha deciso di seguire la linea del partito provinciale, decidendo di sostenere Damiano Coletta, garantendo al sindaco di Latina la possibilità di candidarsi. La sinistra interna di Carla e Sesa Amici ha espresso chiaramente la propria scelta. Una posizione presa anche dalla consigliera comunale di Latina Nicoletta Zuliani che ancora ieri su Facebook ha scritto: «Il sostegno a Damiano Coletta vuole dare forza e senso ai principi e ai valori che ci guidano nel nostro agire politico. La politica, quella con la P maiuscola, si fa insieme, si fa sui valori condivisi, si fa per progettare e realizzare il miglioramento delle condizioni della propria comunità. Non è più tempo di solismi, di alleanze forzate o accordi tra leader che poco o nulla rappresentano il sentire dei propri elettori». Dal canto suo il segretario La Penna è sereno: «Il Pd è a sostegno di Carlo Medici, altri fanno scelte personali. Vinceremo e Medici sarà il presidente della Provincia».
Ma sull'appoggio a Medici non solo il Pd si è lacerato, ma sotto traccia anche molti azzurri mal digeriscono l'intesa con il Pd. Il segretario provinciale Alessandro Calvi diffonde serenità: «Il partito ha fatto una scelta ed è giustificata dalla tipologia di consultazione alla quale siamo di fronte. Già attualmente si lavora in un clima di collaborazione in via Costa e avere un presidente eletto in modo largo è la strada migliore per garantire risultati al territorio. Ovvio che qualcuno, singolarmente, potrebbe decidere di votare altro. Ma credo saranno pochi casi isolati». Lo stesso Tiero nei giorni scorsi confermava di non aver timore dei «franchi tiratori».
Al tenore delle dichiarazioni ufficiali, non corrisponde però un lieve senso di sospetto che pervade un po' tutti i componenti dell'intesa istituzionale. Se i casi isolati di franchi tiratori fossero invece diversi, c'è il rischio di affossare la corsa di Medici, a favore del sindaco di Latina Damiano Coletta. Se quest'ultimo riuscisse a superare il 30% di voto ponderato, avrebbe poi bisogno di pochi voti per vincere la battaglia. Chi rischia di più in tutto questo non è certo Medici, ma la segretaria provinciale del Pd: una sconfitta darebbe linfa vitale agli avversari interni di Salvatore La Penna, riaprendo il discorso congressuale