Un quartiere dimenticato dalle istituzioni, soprattutto da un'amministrazione che aveva promesso di portare a termine entro cinque anni un museo in stato di abbandono, per favorire il rilancio culturale di Carano Garibaldi e riscoprire la storia di uno dei territori periferici più caratteristici e preservati dalla speculazione edilizia. Purtroppo allo scadere del quinto anno e con le elezioni amministrative che bussano alle porte, il vecchio Museo della civiltà contadina è rimasto lo stesso rudere sepolto tra rovi ed erba alta che nell'aprile 2013 l'amministrazione comunale aveva promesso di trasformare e riaprire al pubblico per esporre i reperti storici ad oggi conservati ancora da alcune famiglie del posto. Sarebbe scorretto affermare che non è stato fatto nulla: nel piano triennale delle opere pubbliche si trova traccia dello stanziamento di 250 mila euro a partire dal bilancio 2014 fino ad oggi e nel frattempo è stato dato mandato all'architetto Emanuela Brignone di occuparsi del progetto esecutivo. Piccoli passi dunque, tutti rimasti su carta. Passaggi virtuali che stentano a trovare una via concreta affinché quei lavori tanto desiderati dalla comunità abbiano inizio. L'amministrazione nell'estate 2017 aveva cercato di giustificare i ritardi nell'inizio dei lavori con il tempo eccessivo impiegato dal tecnico incaricato di completare il progetto esecutivo, tanto che con la determina 209 del 24 agosto 2017, il dirigente del settore revocò l'incarico, in quanto: «il professionista è stato ripetutamente sollecitato al rispetto degli obblighi contrattuali per la consegna del progetto definitivo, ma non ha risposto ai solleciti né tantomeno ha provveduto a presentare quanto richiesto ed oggetto del contratto». Solo pochi giorni dopo l'amministrazione parlò di un'incomprensione e affermò di voler revocare quella determina, riaffidando i lavori alla Brignone, che era riuscita a portare avanti il complesso lavoro. Da allora qualcosa si è inceppato. Del riaffidamento non c'e'traccia nei documenti ufficiali. Ma se i ritardi non riguardano la predisposizione del piano, come e' accaduto? Mancano le risorse per realizzare un'opera che si trascina da cinque anni? «Come comitato – spiega il presidente Roberto Miliucci - chiediamo e continuiamo a chiedere maggiore ascolto di quanto non siamo riusciti ad ottenere in questi cinque anni. Non solo per il museo, ma anche per i numerosi e difficili problemi che la zona deve affrontare senza il sostegno delle istituzioni».
Carano
Degradato e abbandonato, il museo della civiltà contadina è ancora un rudere
Aprilia - Da cinque anni l'amministrazione Terra promette la ristrutturazione, senza riuscirci. La rabbia del comitato di quartiere: "Dal 2013 chiediamo maggior ascolto"