Non ci saranno procedure ufficiali per chiedere l'espulsione di alcuno dalle file del Partito democratico, probabilmente perché in casa Dem si aspettano che chi ha giocato d'azzardo ed ha perso con il voto dato a Coletta per la Presidenza della Provincia, farà da solo un passo indietro, vuoi per fare «mea culpa», vuoi per lasciare il partito.
E' questo l'umore che si respira ai vertici del Pd di Latina dopo la frattura sul voto di domenica scorsa, e qualcuno assicura che non ci saranno assessori nella Giunta Coletta con la tessera del Pd in tasca.
Votare un candidato diverso da quello espresso dallo stesso partito di appartenenza è qualcosa di più che uno sgarbo o una manifestazione di dissenso, e chi lo ha fatto dovrebbe strappare la tessera. Chi sostiene di non aver voluto sostenere l'accordo con Forza Italia, avrebbe dovuto esporre pubblicamente il proprio dissenso prima del voto e magari annunciare la propria astensione dalle urne. Quella è dialettica; votare per un altro schieramento è un colpo basso. Magari chi lo ha fatto era quasi sicuro di contribuire ad una vittoria, invece ha incassato una doppia sconfitta. E dovrebbe trarne le conclusioni.
Politica
La segreteria del Pd grazia chi ha sostenuto Coletta: nessuna espulsione
Latina - Il partito ufficialmente era schierato con Carlo Medici. Ma diversi consiglieri e dirigenti come Zuliani e le sorelle Amici hanno sostenuto Damiano Coletta