Si tornerà a parlare di Alta Diagnostica nel consiglio comunale del 7 maggio. Il punto, richiesto da Calandrini, Marchiella, Celentano, Calvi, Ialongo, Miele, Tiero, Carnevale e Coluzzi è stato inserito dal presidente Colazingari nella seduta dove si parlerà anche della discarica di Borgo Montello.
Ieri il sindaco ha definito questo progetto "un'altra storia di Latina che noi ereditiamo e che io chiamo una "metro 2". Era prevista la gestione trentennale da parte della Fondazione ma non c'era un piano economico finanziario, la Regione ci ha comunicato che l' edificio in viale XVIII dicembre non andava bene, immediatamente, e non 5 mesi dopo come qualcuno ha scritto, ho reso noto tutto ed è cominciato il confronto su questo tema. Ho ritenuto opportuno riportare tutto in ospedale, la vera criticità era la gestione, quella gestione non aveva fondamento, ci saremmo ritrovati con il solito scheletro nell'armadio. L'alta diagnostica ci sarà a Latina? Si è rimodulato questo accordo, è rientrata la Asl, abbiamo la Tc force, la gestione pubblica dell'ospedale con due apparecchi donati da Fondazione e una sala ibrida. Il precedente progetto aveva attivato i soliti canali della politica e aveva interessi personali». Una angolazione che ieri non è piaciuta a Nicola Calandrini, autore di uno degli interventi più lucidi e ragionati nell'ultima commissione congiunta sul tema. "Il sindaco non sa di cosa parla. L'impegno economico di Fondazione doveva incidere successivamente sul progetto ed era un suo problema in cui l'ente non deve entrare, si sarebbe cristallizzato al momento del comodato d'uso sancito tra Fondazione Roma e Università. Il piano di riferimento era ben chiaro per questo centro come per tutti gli altri gestiti da Fondazione in altre parti della Regione, io ho fatto l'esempio di quello della Bufalotta per dire che laddove le amministrazioni sono andate dritte per la loro strada e hanno fatto rispettare gli impegni sono sorti investimenti all'avanguardia per i territori, qui si è fermati al primo ostacolo, evidentemente per altre volontà". Calandrini mette in evidenza anche l'enorme spreco di denaro pubblico sedimentato su questo capitolo ormai tramontato, quel milione e 200mila euro spesi senza che di quel centro non sia stato realizzato nulla, 500mila euro per i locali della scuola di via Col di Lana del 118 e 800mila euro dati da Eleonora Della Penna e che ora dovrà restituire Fondazione sanità e ricerca. "Quando è saltato il progetto legato alla palazzina interna all'ospedale – spiega Calandrini - si prese l'impegno di spostare il 118 e il Comune con 500mila euro mise a posto i locali della scuola di Col di lana in via Pasubio per liberare la palazzina dell'ospedale, quando venne il nuovo direttore generale annullò questa decisione e oggi ci troviamo ad aver speso questi soldi con il 118 rimasto in quella sede e nessun centro di Alta Diagnostica. Di sprechi ne sono stati fatti già tanti». Oggi il comitato per l'Alta Diagnostica incontrerà il sindaco, nuovo step di una vicenda travagliata e di cui non si vede la fine.
Il fatto
Alta diagnostica, la rimodulazione è già costata 1,2 milioni di euro
Latina - Il 7 maggio discussione in Consiglio comunale. Ma il capogruppo di Fratelli d'Italia Calandrini attacca: "Il sindaco Coletta non sa di cosa parla"