«La mia ostinazione a cercare di risolvere la questione Urbanistica sanando errori, ha creato il muro, il fossato, il solco invalicabile che ci porta oggi in questa aula. Forse sarò uno sprovveduto perché non so bene che cosa realmente ci sia dietro l'urbanistica di questa città e francamente non lo voglio neanche sapere. Saranno le indagini a darcene contezza». Era il 4 giugno 2015 e il sindaco Di Giorgi, ore prima della sfiducia in Consiglio, lancia un messaggio sinistro che acquisterà chiarezza con i successivi eventi e nelle carte di Olimpia. Uno scenario che quattro anni prima era costato la testa di Vincenzo Zaccheo e sul quale si è consumata una guerra politica radicata nel Dna della città sin dai tempi del sindaco Finestra: da una parte Forza Italia che vuole costruire e tutelare gli interessi dei costruttori, dall'altra il resto della maggioranza che parla di pianificazione e sviluppo. Quasi una maledizione quell'urbanistica ferma al piano regolatore Piccinato e il cui ultimo atto è stato l'annullamento in blocco di sei piani particolareggiati su dieci, fuori registro per volumetrie e standard, deciso dal commissario Barbato. E' la ferita aperta che non trova cure e che, dopo due anni di amministrazione Coletta, è ancora una patologia cronica nel corpo vivo di una città che porta i segni degli scempi edilizi passati. Ad oggi il settore ha vissuto di pochi atti concreti, l'ultimo una variante urbanistica per un'area sosta per camper sulla marina, e piuttosto di molte scelte azzardate e ripensamenti, come la recente scelta di mettere a guida degli uffici il dirigente Paolo Ferraro al posto di Umberto Cappiello.

La storia sbagliata continua con Gianfranco Buttarelli, la prima scelta di Damiano Coletta che crede in lui e decide di mettergli in mano il cuore del Comune con le deleghe di urbanistica, lavori pubblici e mobilità. L'ingegnere di Cisterna si muoverà parlando di rigenerazione urbana, rapporti con l'università, e spazio ai Print, gli interventi dei privati. Intanto Coletta destituisce il dirigente dell'opera di rivisitazione e annullamento dei piani Giovanni Della Penna e bandisce un concorso ex articolo 110 per scegliere il dirigente. Vince Umberto Cappiello, già funzionario alla pianificazione urbanistica, ma resta in carica solo 13 mesi, giusto il tempo di fermare gli incarichi con l'università La Sapienza per la programmazione urbanistica e lo studio della costa, annullati in autotutela. Poi arriva la doccia fredda dell'inchiesta Touchdown di Cisterna con l'arresto dell'assessore e le sue dimissioni. A gennaio si insedia Franco Castaldo, scelto con il benestare del movimento di Lbc.

Castaldo dimostra subito di avere le idee chiare sui piani («Non voglio sindacare sull'operato del commissario - dice - ma avrei preferito che quei piani fossero stati sospesi in maniera da rinviare la decisione a chi sarebbe stato eletto») e comincia a rivedere con i progettisti quelli che non avevano concluso l'istruttoria. Quello che non si capisce è perché tenga sul suo tavolo da tre mesi una bozza di delibera di consiglio che potrebbe costituire una svolta cruciale sia nell'iter dei Ppe spazzati via che nello sblocco di tutta la pianificazione. La delibera configura una variante generale di Prg che ripensa criticamente e complessivamente tutto il comparto ipotizzando l'accorpamento di alcune zone nell'area del centro direzionale rivedendone dimensionamenti e standard. I mesi passano, le intenzioni dell'amministrazione sono affidate a qualche sporadica dichiarazioni in question time e l'ennesimo ripensamento si consuma pochi giorni fa. Il dirigente Cappiello, scelto da una commissione e dal sindaco per guidare l'urbanistica passa alla cultura e viene sostituito dall'architetto Paolo Ferraro, in comando dal Comune di Aprilia fino a dicembre. Difficile comprenderne la logica, ma la sensazione è che si stia procedendo per tentativi per uscire da un gorgo maledetto, mentre i privati bussano alle porte degli uffici, le palazzine costruite e interrotte gridano vendetta e i contenziosi con i costruttori aspettano al varco. Anche gli ordini professionali hanno chiesto il conto, criticando, insieme ai sindacati, la stagnazione perfetta di questo settore. E all'orizzonte non si vede la meta.