Un vecchio coro da stadio che recita "E nun ce vonno sta!" potrebbe essere esemplificativo di quanto sta accadendo a nettuno. L'ex sindaco Angelo Casto e i dieci ex consiglieri di maggioranza del MoVimento Cinque Stelle stanno predisponendo le carte per presentare un ricorso al Tar del Lazio contro la decadenza sancita con la consegna delle firme - arrivate contestualmente in Comune - di tredici consiglieri comunali (nove d'opposizione e quattro di maggioranza).

Il ricorso punterebbe a contestare proprio le modalità di consegna delle firme, che non sarebbero ritenute valide.

Nel frattempo, però, l'ex opposizione - compatta - ha voluto rilasciare delle dichiarazioni su questi ultimi risvolti della vicenda: "Non lasciamo che la tragedia si trasformi in farsa: i cittadini di Nettuno meritano rispetto. L'ex sindaco Casto si arrampica sui vetri per nascondere il suo fallimento politico. Il tentativo di negare sul piano giudiziario la realtà incontrovertibile di una maggioranza del Consiglio comunale che si è pronunciata contro la sua amministrazione è l'ennesimo esempio dell'irresponsabilità e della disonestà intellettuale di chi da mesi avrebbe dovuto prendere atto della propria incapacità di governare e consentire ai cittadini di Nettuno di scegliere, nel prossimo giugno, un nuovo sindaco. La colpevole ostinazione di tenere artificialmente in vita un'amministrazione ormai in coma irreversibile, probabilmente per irresponsabili e meschini interessi personali e politici, come le elezioni del 4 marzo e le future elezioni comunali di Anzio, ha invece condannato i cittadini Nettuno ad un altro anno di commissariamento. Invece di rincorrere rivincite giudiziarie, l'ex sindaco Casto e i suoi improbabili scudieri farebbero meglio a prendere atto del fatto che la maggioranza del consiglio comunale, i nove consiglieri di minoranza e i quattro consiglieri dell'ex maggioranza, hanno coraggiosamente messo fine ad una pantomima che, grazie ai litigi che imperversano su Facebook, oggi è finalmente evidente a tutti".