Più di 60 anni di vicissitudini e un fallimento che sembrava una storia già scritta, dopo 15 anni in liquidazione e senza un soldo in cassa. Il sogno delle Terme di Fogliano è finito con il decreto di default del tribunale di Latina del dicembre scorso, quello che ha stabilito che «non vi sono dubbi che il patrimonio della società sia insufficiente per fronteggiare i debiti». Ma questo disastro nato sulle ceneri di un sogno e della corresponsabilità di amministratori e tecnici, si poteva evitare? E soprattutto questo controverso capitolo amministrativo e societario ha tra le sue pieghe precise responsabilità contabili ed erariali? Se lo sono chiesti undici attivisti del Movimento 5Stelle, meetup 'I grilli e le cicale' tra cui anche il consigliere regionale Gaia Pernarella, firmatari di un esposto presentato alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica per «presunto danno patrimoniale ai danni del Comune e della Provincia di Latina a seguito del fallimento della Società Terme di Fogliano S.p.A». E se da un esposto 5Stelle è nato l'input per l'inchiesta Olimpia chissà che questa ennesima azione non desti una ricerca di verità necessaria.Nell'esposto si chiede alla Procure di verificare se sia configurabile, a seguito della mole di carte e verifiche che contengono atti amministrativi, articoli di giornale e un corposo studio di Gianluca Bono, condotte e responsabilità di tipo erariale e penale a carico dei pubblici amministratori che si sono avvicendati al governo della partecipata, del Comune e della Provincia di Latina. «Il fallimento della società -scrivono nell'esposto - è costato caro ai cittadini che nei due pozzi termali hanno visto svanire denaro pubblico, sogni e aspettative di sviluppo di un'area pregiata che ora, rischia di essere acquistata all'asta, con pochi spiccioli, da qualche potenziale speculatore edilizio». Gli attivisti tornano anche sul decreto ingiuntivo "misteriosamente scomparso" dagli uffici comunali. E' quello con cui la società Condotte chiede il pagamento dei lavori di perforazione e ricerca. L'atto «sfugge» al controllo e viene scoperto con incredibile ritardo, una vicenda piena di ombre e su cui non sono mai emersi nomi e cognomi. E così che ritardi ed omissioni portano all'epilogo del fallimento. «I due nuovi pozzi denominati Fogliano A e B rimangono gli unici testimoni muti - scrivono tra gli altri Bernardo Bassoli, Gianluca Bono, Andrea Stabile, Alessandra Nocella, Gaia Pernarella e Valeria Scognamiglio - rinchiusi nelle gabbie di protezione di una sorgente d'acqua ritenuta iper termale». Un tesoro inutilizzato costato sogni infranti e molti milioni di euro.