L'apertura al Partito Democratico, pardon a una parte del Partito Democratico, non passa necessariamente per un rimpasto di giunta. Coletta conferma con i fatti la sua strategia che punta a coinvolgere i dem sulla base "dei temi" che interessano la città. In realtà questa presa di posizione, che secondo il sindaco non ha nulla a che vedere con la spartizione di poltrone nell'eventuale nuovo assetto dell'esecutivo del capoluogo, nasconde probabilmente la volontà di non farsi imporre un nominativo di estrazione politica e di tenersi comunque largo rispetto a un eventuale accordo con i democratici forse perché, alla fine dei conti, lui si ritiene un civico (di sinistra) e la sua esperienza con Pizzarotti e probabilmente anche con De Magistris gli impone una certa cautela anche per ragioni di convenienza, oltre che di opportunità, visto che entrambe i sindaci di Parma e Napoli sono critici con i Dem e si definiscono di fatto alternativi. I buoni rapporti con Zingaretti aiutano ma fino ad oggi non vanno oltre i proclami visto che a Latina e provincia il Governatore deve fare i conti con Moscardelli da una parte e Enrico Forte dall'altra che sono le anime delle due correnti che, ancora una volta, hanno trovato un terreno fertile su cui scontrarsi: il sostegno o meno al sindaco del capoluogo. Coletta sembra restare nel suo habitat naturale, quello dei "concetti" politici, delle "buone intenzioni" dei "grandi temi". Parole e pensieri che hanno il loro valore ma che si scontrano poi con gli schemi reali della politica che il sindaco di Latina spesso disdegna ma che tutto sommato conosce bene e in alcuni casi frequenta in base alle esigenze del momento.