Il passo indietro di Di Muro e la gestione generale della fase di rimpasto da parte di Coletta, non potevano non scatenare la reazione dell'opposizione. I consiglieri Giovanna Miele, Giorgio Ialongo, Alessandro Calvi, Nicola Calandrini, Matilde Celentano, Andrea Marchiella, Raimondo Tiero, Matteo Adinolfi, Massimiliano Carnevale, Matteo Coluzzi hanno firmato una nota unitaria per stigmatizzare quanto sta accadendo. " Il sindaco Coletta non riesce ad amministrare Latina e neppure a comporre la squadra di governo. Da tempo assistiamo al continuo rincorrersi di voci di un rimpasto di giunta, di assessori pronti ad andare via, senza mai conoscere chi saranno i subentranti. Le ultime indiscrezioni apparse sulla stampa ci parlano però di nomi che poco hanno a che fare con Latina, e questo ci dispiace molto. Forse il sindaco Coletta pensa che la città non abbia risorse adeguate? O forse la situazione è talmente grave che ci vogliono persone provenienti da esperienze romane? Intanto, quello che constatiamo è che in due anni abbiamo visto un paio di assessori dimissionari per diversi motivi, e tanto è bastato per aumentare il numero dei membri della giunta, da otto a nove. Forse si doveva accontentare qualcuno? Intanto, auspichiamo che queste nomine arrivino in fretta visto che qualcuno come l'assessore Antonella Di Muro si è già dimessa, lasciando scoperto il settore cultura, che doveva essere la punta d diamante dell'operato di LBC. Questo ci conferma che la politica di Damiano Coletta non unisce, ma divide.

Ad ogni modo questo ipotetico cambio in giunta è un comportamento grave e irresponsabile. Grave perché di fatto certifica il fallimento del sindaco che evidentemente con le persone che ha scelto nel luglio 2016 non è riuscito ad ottenere i risultati che sperava. E le evidenze sono sotto agli occhi di tutti. È irresponsabile perché a questa città serve un governo stabile e deciso e non un valzer delle poltrone. Questo valzer degli assessori si unisce al valzer delle presidenze delle commissioni a sua volta abbinato al valzer dei dirigenti con annessa fuga degli stessi e del personale. Da ultimo ci lascia sorpresi la possibile scelta di inserire Pietro Gava, segretario di LBC, nell'ufficio di gabinetto del sindaco. Un incarico del genere a un esponente politico, al segretario stesso del movimento, ci fa supporre che in LBC scorrano acque torbide e che Gava possa essere la garanzia e il raccordo tra movimento e amministrazione, che evidentemente rischiano di andare su due strade separate. Questa scelta certificherebbe l'isolamento politico di Coletta. La tanto sbandierata condivisione non è altro che una continua chiusura che porta il sindaco a rimanere ben saldo dentro il suo cerchio magico che nel frattempo perde pezzi. E questo ci dimostra che il primo cittadino non riesce a tenersi vicino neanche quelle che erano le persone a lui più fedeli e ora ha bisogno del soccorso del suo segretario. Ci chiediamo cosa avrebbero detto gli uomini di Coletta quando erano movimento se il segretario di un partito fosse stato assunto direttamente dal sindaco. Sicuramente in molti avrebbero gridato allo scandalo: un segretario di partito pagato con i soldi dei cittadini di Latina. Oggi a farlo sono il sindaco e i suoi. Tutto questo è un flop che Coletta si autocertifica, con i cambi e gli avvicendamenti nei ruoli chiave. Una discontinuità che non giova alla città, sempre più impaziente di essere amministrata. Auspichiamo che presto sia nominata la nuova giunta, perché la città non può più aspettare, non si può perdere tempo in giochi politici. Su questa imbarazzante situazione chiederemo un consiglio comunale. Riteniamo che la cittadinanza abbia il diritto di sapere cosa sta succedendo nell'amministrazione che di fatto è paralizzata".