Dalla mezzanotte Castelforte è un luogo «fascista free». Sul suolo pubblico comunale non si potranno tenere manifestazioni né dichiarazioni di stampo fascista, razzista, xenofobo, antisemita così come previsto dalla modifica dello Statuto comunale approvata all'unanimità dal consiglio comunale di martedì pomeriggio. La procedura di integrazione dello Statuto, come previsto dalle leggi amministrative, verrà inviata al Ministero dell'Interno dal segretario comunale al solo fine, appunto, della comunicazione. Il nuovo Statuto prevede altresì che qualunque manifestazione di associazioni, enti pubblici o privati sul suolo comunale dovrà avere in allegato alla richiesta l'impegno a non portare messaggi fascisti né razzisti, in ossequio alla Costituzione e alle sue disposizioni finali, nonché in adesione a quanto ripetutamente richiamato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Dunque è Castelforte il primo Comune formalmente antifascista d'Italia e lo è diventato per volontà dell'intera aula consiliare, senza una sola smagliatura. Questo posto non è un luogo a caso: siamo esattamente al confine tra le province di Latina e Caserta, in uno dei centri dove la linea Gustav della seconda guerra mondiale ha distrutto tutto e il prezzo del fascismo è stato pagato con sangue rosso vivo e case rase al suolo. Ma questo è anche l'ultimo appiglio al nord del sud profondo. E' una paese dove ci sono stati morti ammazzati dalla camorra negli anni 90 e una cellula dei casalesi operativa. E' la città che dal 2014 al 2016 ha contato 12 attentati di stampo mafioso contro altrettante attività economiche, compresi gli alberghi dell'area termale e ancora non si vede uno straccio di responsabile di quella scia di intimidazioni. E' uno dei molti centri del sud pontino poveri; ogni estate resta senza acqua e aspetta le autobotti che si arrampicano verso il centro storico. Eppure.... in un afoso pomeriggio di luglio ha trovato spazio, tempo, energie per accogliere la proposta di un consigliere comunale di maggioranza di cui fino a 24 ore fa pochi avevano sentito il nome.
Antonio Rosato, 50 anni e idee molto chiare, consigliere del Partito del Sud, è l'autore materiale della proposta inserita nell'ordine del giorno del Consiglio e che ha illustrato in aula i motivi di una simile scelta. «Abbiamo rafforzato tecnicamente ciò che esisteva già - dice ma lo abbiamo fatto con forza, modificando appunto lo Statuto. Ringrazio il sindaco e tutti i consiglieri per aver aderito senza alcuna eccezione né correzione e questo mi pare davvero una grande prova per il mio paese».