Prima si sgombera, poi si verificano le altre istanze, come ad esempio una collocazione alternativa per gli sfollati. E' quanto contenuto nell'ultima circolare emanata dal ministero dell'Interno e che di fatto rivoluziona il sistema con cui si procede a sgomberare appartamenti, strutture e aree occupate in maniera abusiva. Il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha inviato a tutte le Prefetture questa direttiva. A Latina e provincia le situazioni di emergenza sono diverse e laddove si dovrà procedere a sgomberare si potrà ora procedere in modo molto più fluido che in passato.


Gli immobili occupati abusivamente devono essere sgomberati con la dovuta tempestività, «per evitare il consolidarsi di situazioni di illegalità che possano pregiudicare la tutela dell'ordine e della sicurezza pubblici». E' l'indicazione contenuta in una circolare inviata dal Viminale ai prefetti. Salvini vuole rimediare in questo modo al "buonismo" delle precedenti disposizioni, emanate sotto la gestione Minniti, che legavano lo sgombero alla preventiva sistemazione degli occupanti abusivi. «E' necessario - si legge nella nota - attendere agli sgomberi con la dovuta tempestività, rinviando alla fase successiva ogni valutazione in merito alla tutela delle altre istanze, nella consapevolezza che il consolidamento di situazioni d'illegalità possa recare un grave pregiudizio ad alcuni dei principali valori di riferimento nel nostro ordinamento.


La circolare prevede anche controlli delle condizioni sociali ed economiche degli occupanti abusivi di immobili, anche attraverso «ogni possibile censimento degli occupanti, che deve essere condotto, nelle forme ritenute più adeguate. Il censimento – spiega il Viminale – dovrà essere finalizzato alla possibile identificazione degli occupanti e della composizione dei nuclei familiari, con particolare riguardo alla presenza all'interno degli stessi di minori o altre persone in condizioni di fragilità, oltre alla verifica della situazione reddituale e della condizione di regolarità di accesso e permanenza sul territorio nazionale. Non possono essere sottovalutate le difficoltà che gli operatori sociali potranno incontrare nell'esecuzione dei suddetti accertamenti. Pur tuttavia tali operazioni devono essere condotte con la massima rapidità, sfruttando, ove possibile, le risultanze dei registri di anagrafe, o anche dei dati in possesso di altre pubbliche amministrazioni, nonché degli stessi Servizi sociali per quegli occupanti che già beneficiano di eventuali prestazioni assistenziali».