Hanno cominciato a piccoli passi, una città dopo l'altra. E tra le prossime in attesa del battesimo potrebbe esserci anche Latina. Il partito dei sindaci nato dalla mente di Federico Pizzarotti e Alessio Pascucci e di cui Damiano Coletta è vicepresidente nazionale, è partito già da tempo con il tour per strutturarsi a livello locale, creando gruppi consiliari un po' in tutto il territorio nazionale. Nell'attuale situazione politica e con un governo che detta una linea a tinte forti su molte tematiche, i fondatori sono convinti che sia il momento per premere l'acceleratore per convogliare le esperienze civiche delle amministrazioni in nome del bene comune. L'ultima sezione regionale, aperta a Genova, è stata presentata domenica e non è mancata la presenza del sindaco di Lbc Coletta che, in qualità di vicepresidente, ha ricordato gli obiettivi contenuti nella carta dei Valori, la centralità delle persone, i principi di uguaglianza, sussidarietà, etica, legalità, laicità, tutela dell'ambiente, promozione della bellezza e della cultura, cittadinanza attiva. Genova si aggiunge ad altre sezioni già aperte in Puglia, Veneto, Friuli, Piemonte, Marche, Lazio, Campania, Sicilia. E tra le prossime città a dare il contributo ci potrebbe essere Latina con l'intento di aprire una sezione su scala provinciale. In provincia gli iscritti ci sono, ma si procede con cautela per avviare un consenso più corposo attorno al progetto che mutua alcuni stilemi del bene comune contenuti anche nel programma elettorale della civica di governo Lbc. Si dovranno creare le condizioni nel rispetto delle autonomie locali secondo lo Statuto del partito. A giugno Coletta, accompagnato da altri esponenti di Lbc, aveva presentato a Sezze Italia in Comune a quelli della lista Sezze Bene Comune, una consorella con sede sui Monti Lepini. Un tour di presentazione che proseguirà in tutta la provincia, in vista dell'intenzione di organizzare, con i modi e i tempi giusti, l'articolazione territoriale del neonato soggetto politico. Coletta, da parte sua, ha sempre chiarito di ritenere giusto partecipare a questi dibattiti politici nazionali «perché non possiamo stare chiusi in una riserva e perché, ripeto, la nostra esperienza è da molti vista come un'ancora di salvezza. E su certi temi come la solidarietà, l'accoglienza, la libertà e la democrazia non possiamo tirarci indietro. Dobbiamo proporre una politica aperta sul coraggio e sulle idee e non sulla paura. Partendo dalle città, dalle esperienze dei sindaci e dal rapporto con il cittadino. Questa è la politica».