«Il futuro dell'Europa riparte dai sindaci»: per questo Open Arms ha chiamato a raccolta proprio «i primi cittadini, per salvare l'Europa da se stessa". E lo ha fatto con la proposta di un "manifesto condiviso di città solidali che riaffermi una volta per sempre i valori democratici e il rispetto dei diritti umani in Europa". La presentazione è avvenuta questa mattina a Roma, nel corso di una riunione informale tra realtà municipali spagnole e italiane: Barcellona, Madrid, Zaragoza, Valencia, Napoli, Palermo, Siracusa, Milano, Latina, Bologna. Era presente anche il sindaco di Latina Damiano Coletta. «Un sindaco che prende posizione e sostiene la politica dell'accoglienza non è solo a favore dei diritti dei migranti, è a favore dei diritti umani - afferma Coletta - Il manifesto proposto dal sindaco di Barcellona Ada Colau per creare una rete di città che facciano sentire la loro voce per individuare un percorso politico per una Europa sociale che finalmente affronti il tema in maniera coordinata, è una strategia che abbiamo condiviso - ha detto ancora il sindaco di Latina - Sostenere politiche di accoglienza significa sostenere politiche umanitarie, rispettose dei diritti fondamentali dell'uomo. C'è poi anche un discorso giuridico e politico-istituzionale da affrontare affinché i sindaci non restino soli di fronte a un fenomeno che per volere politico è stato indirizzato verso una guerra fra poveri».

Il Manifesto si articola in sette punti:

1.Il Mar Mediterraneo e' stato la casa comune di civilta' millenarie nelle quali l'interscambio culturale ha significato progresso e prosperita'. Oggi e' divenuto la fossa comune di migliaia di giovani che vi trovano la morte per l'assenza di canali d'ingresso legali e sicuri. Le citta', luogo di convivenza di uomini e donne di origini molto diverse tra loro e rifugio di migranti e richiedenti asilo, guardano con stupore alla deriva (all'atteggiamento?) degli stati europei nei confronti dei diritti delle persone che cercano di attraversare il Mediterraneo.
2.Riteniamo legittimo l'obiettivo di fuggire dalla violenza o dalla mancanza di opportunita' e liberta' democratiche, e crediamo che la soluzione sia la pace e la democrazia, cosi' come riteniamo che le migrazioni debbano essere gestite in maniera ordinata sotto il coordinamento di diversi organi governativi.
Riconosciamo altresi' che i nuovi arrivati e le nuove arrivate debbano avere gli stessi diritti e gli stessi doveri di ogni altro cittadino.
3.La chiusura dei porti italiani e maltesi alle navi di soccorso e il recente blocco burocratico nei porti spagnoli e italiani delle navi Open Arms, Aita Mari, SeaWatch3, insieme a quello dei porti francesi, sono esempi pratici di come anche l'Europa stia naufragando.
4. Riteniamo che l'Europa naufraghi quando viola la legge del mare, quando riduce i mezzi della propria guardia costiera, quando accusa di traffico di esseri umani chi li soccorre, facendo cio' che dovrebbero fare gli stati, quando cerca di annullare i meccanismi di solidarieta' nelle nostre citta'.
Naufraga quando i governi europei, nascosti dietro le proprie bandiere e presunte soluzioni pratiche, rifiutano di aiutarsi in modo solidale nell'affrontare il tema dei flussi migratori dovuti a conflitti regionali. Naufraga il progetto europeo, quando si vendono armi e si alimenta il conflitto a Sud e a Oriente del Mediterraneo senza assumersene alcuna responsabilita', quando si sceglie di alzare muri per creare zone di buio informativo e umanitario, quando si chiudono le frontiere comprando governi terzi e pagando eserciti stranieri affinche' facciano il lavoro sporco. Naufraga quando si confondono le vittime dei conflitti con i loro assassini, come sta facendo l'estrema destra europea.
5. Dobbiamo salvare l'Europa da se stessa. Rifiutiamo di credere che la risposta europea di fronte a questo orrore sia la negazione dei diritti umani e l'inerzia di fronte al Diritto alla Vita. Salvare vite non e' un atto negoziabile e negare la partenza alle navi o rifiutarne l'entrata in porto, un crimine.
Costringere le persone a vivere in un clima crescente di disuguaglianza su entrambe le sponde del mare e' una soluzione a breve termine che non garantisce alcun futuro, soprattutto quando i flussi migratori piu' imponenti si producono seguendo altre rotte, non quelle marittime.
6. Le citta' presenti vogliono riconoscere l'azione e il coraggio della societa' civile rappresentata dalle navi di Open Arms, SeaWatch, Mediterranea, Aita Mari, SeaEye, del peschereccio di Santa Pola, del sindaco di Riace, della Guardia Costiera italiana e dello spagnolo Salvamento Maritimo, cosi' come di tutte le organizzazioni umanitarie che operano alle frontiere. Esigiamo che il governo italiano e quello spagnolo nonche' la Commissione Europea abbandonino la strategia di bloccarle e criminalizzarle.
7. Oggi ci siamo riuniti a Roma per sigillare un'alleanza tra citta' europee che diano appoggio alle organizzazioni umanitarie e alle navi europee di soccorso nel Mediterraneo. Allo stesso tempo, le citta' europee continueranno a lavorare insieme per combattere l'involuzione dei principi fondativi