Ci sono situazioni incancrenite che il Comune di Latina deve affrontare rimaste nelle stesse condizioni di quando si è insediata la nuova amministrazione. Una di queste è la gestione dei 33 impianti sportivi. Dopo anni di concessioni affidate alle squadre senza controlli su spettanze ed obblighi reciproci (sia delle squadre che dovevano pagare i canoni, sia del Comune che si impegnò a dare dei contributi e che mai ha controllato con puntualità le opere di ristrutturazione fatte dai club), siamo ancora al punto di partenza con un quadro confuso e con molti ritardi. Di recente l'ufficio Patrimonio ha inviato delle richieste di canoni pregressi ad alcune società (tra cui il Latina calcio), ma senza che le tariffe siano state stabilite con atto di giunta e senza che siano stati pubblicati i bandi di gara per affidare le strutture con procedure concorrenziali e trasparenti. Una situazione contornata di imbarazzante silenzio che ha spinto, per l'ennesima volta, l'opposizione a fare richiesta di una commissione sul tema. «Che fine hanno fatto i bandi per l'assegnazione degli impianti sportivi di Latina? Tutto tace – si chiede il promotore dell'iniziativa politica Matteo Coluzzi - la stesura del bando era stata inserita come una priorità nell'elenco di promesse e proclami annunciati dalla maggioranza. Ad oggi, però, non ci è giunta alcuna notizia dagli uffici competenti, così come da mesi l'amministrazione si guarda bene dal fornire risposte ai diretti interessati: parliamo di realtà operanti da anni nel capoluogo, apprezzate anche a livello nazionale per i risultati conseguiti e sempre impegnate a promuovere attività che favoriscono la crescita di ragazzi e bambini, anche a livello culturale e sociale. Senza bando infatti gli impianti non possono essere assegnati, e senza impianti le società non possono fare nessuna programmazione. Le società, gli atleti e le famiglie aspettano di capire quale sarà il futuro legato a tale ambito mentre questa amministrazione ha deciso di "silenziare" qualsiasi dibattito su questo tema». Per Coluzzi è paradossale «la richiesta da parte dell'ente di canoni senza essersi mai confrontati con le stesse e soprattutto dopo un silenzio assordante che dura ormai da più di un anno. Chiedere i canoni arretrati alle società senza aver mai realmente redatto una mappatura dello stato dei luoghi rientra nel metodo Lbc?