Nicola Calandrini non lascerà il ruolo di consigliere e capogruppo comunale di Fratelli d'Italia, nonostante sia diventato senatore della Repubblica. L'esponente del partito della Meloni ha confermato questa intenzione durante una cena con i giornalisti svoltasi lunedì sera. Una decisione che era nell'aria. Per il momento Calandrini non lascerà l'incarico amministrativo. Le due cose tra l'altro non sono incompatibili per la legge, dunque Calandrini più mantenere entrambi gli incarichi. Ma, esattamente come per Enrico Forte, le ragioni per non lasciare il ruolo hanno un retroscena più politico.
Calandrini è stato candidato sindaco per il centrodestra nel 2016, sconfitto al ballottaggio da Damiano Coletta. In quella occasione il suo seggio scattò appunto come candidato sindaco e quindi per determinare chi entrerebbe al suo posto bisogna rifare i calcoli per stabilire a quale delle liste che lo sostenevano vada attribuito il seggio sostitutivo. A occhio sono due quelle che si giocano la chance: Fratelli d'Italia e Lista Calandrini. Ed è qui che l'affare si complica. In entrambi i casi i primi dei non eletti non sono più espressione diretta della lista con cui si sono candidati. In Fratelli d'Italia, ad esempio, quel posto è di Renzo Scalco. Ex consigliere provinciale di Alleanza nazionale, Scalco si è allontanato da tempo da FdI. Qualcuno sostiene addirittura che si sia avvicinato alla Lega. Di certo c'è che attività politica sulla cresta dell'onda non la sta facendo da tempo. Il partito di Fratelli d'Italia non intende in alcun modo far entrare qualcuno che, una volta dentro, possa cambiare gruppo e rafforzare uno degli altri partiti del centrodestra. Per questo FdI ha deciso che Calandrini resterà in Consiglio comunale, anche a costo di vederlo spesso assente. Discorso simile per quel che concerne la lista Calandrini. Enrico Della Pietà è in questo caso il primo dei non eletti. Anche se toccasse a lui, si applicherebbe il ragionamento precedente.
Un po' quello che nel Partito democratico accade ad Enrico Forte. Candidato sindaco nel 2016 per il centrosinistra, Forte è stato nel frattempo confermato consigliere regionale. Ma lui è ancora lì a ricoprire entrambi i ruoli. Questo perché il primo dei non eletti, Fabrizio Porcari, ha da tempo abbandonato il Partito democratico aderendo a Articolo 1 Mdp. Il Pd che già ha perso Massimiliano Carnevale passato alla Lega, non può permettersi di perdere un altro consigliere nella massima assise cittadina. Per cui, tutto fermo. Certo ora con Nicola Zingaretti alla guida nazionale dei Dem che ha riallacciato un dialogo con gli scissionisti di Articolo 1, forse il discorso Porcari potrebbe riaprirsi. Ma ad oggi è un discorso che non fa parte dell'agenda politica. Nel passato recente ricordiamo i casi di Claudio Moscardelli che rimase per alcuni mesi consigliere comunale e senatore e Francesco Zicchieri, che invece a Terracina si è dimesso subito non appena eletto deputato, per far spazio al primo dei non eletti della lista Noi con Salvini.