La cittadinanza di Aprilia si ritrova in piazza per celebrare la doppia festa della città. Stamattina si sono svolti tenuti i festeggiamenti per l'83esimo anniversario della fondazione e per la festa di Liberazione del nazifascismo. La giornata è iniziata con la messa officiata nella chiesa di San Michele Arcangelo e Santa Maria Goretti, successivamente un corteo di autorità civili e militari ha sfilato da piazza Roma fino al monumento dei Caduti di piazza della Repubblica, dove il sindaco Antonio Terra ha deposto una corona d'alloro. Subito dopo è stato il momento dell'esibizione della Fanfara dei Bersaglieri di Aprilia «Adelchi Cotterli», che ha eseguito diversi brani per poi chiudere in piazza Roma con l'inno italiano. Il gruppo si è poi spostato in aula consiliare dove sono intervenuti il presidente dell'Anpi di Aprilia Filippo Fasano, il presidente dell'Acli nazionale Roberto Rossini e il presidente dell'associazione Bersaglieri, Edoardo Tittarelli, che hanno sottolineato il valore della festa di Liberazione e della fondazione della città. Un altro dei momenti più significativi è stata la lettura da parte dei consiglieri di maggioranza e opposizione di alcuni articoli della Costituzione Italiana. Ma è stato soprattutto il sindaco Antonio Terra, nel suo discorso, a sottolineare come il legame che unisce questi due eventi non sia soltanto una semplice coincidenza di date. «Oggi la nostra città celebra una doppia ricorrenza che può essere ben sintetizzata dal luogo nel quale ci troviamo. Quest'aula consiliare infatti - afferma  il primo cittadino - non potrebbe esistere senza Aprilia, che fu fondata il 25 aprile di 83 anni fa. Allo stesso tempo, essa non potrebbe assolvere alla sua primaria funzione politica, senza il 25 aprile del 1945. Tra questi banchi, infatti, oggi siedono i consiglieri comunali, che rappresentano la volontà delle cittadine e dei cittadini apriliani, unici veri ‘sovrani' di questa città. Oggi, in un'epoca a volte distratta e superficiale, questa conquista potrebbe apparirci una formalità di poco conto. Non è così. E la celebrazione del 25 aprile ogni anno ce lo ricorda. Ci impone di fare memoria non solo della barbarie del nazifascismo ma anche del sacrificio di tantissime italiane e tantissimi italiani, che non esitarono ad anteporre il bene del Paese alla propria vita e ai propri affetti. I valori di libertà, le aspirazioni democratiche e la ricerca del bene comune traspaiono oggi nelle pagine e negli articoli della nostra Costituzione, che molti non esitano a definire la Costituzione più bella del mondo».