Perché il foyer del D'Annunzio è stato concesso a prezzo ridotto per la rassegna Lievito? Questa la domanda che il consigliere della Lega Massimiliano Carnevale ha posto qualche giorno fa all'assessore Silvio Di Francia, la cui risposta non si è fatta attendere. Alla base dei dubbi del leghista c'è la natura della rassegna culturale di Rinascita Civile, associazione nata per mano di gran parte di Lbc e del sindaco Coletta (i quali si sono poi allontanati dall'organizzazione una volta eletti). «Mi sono preso la responsabilità di portare in Giunta la delibera che prevede uno sconto per l'affitto del Foyer del D'Annunzio (non del teatro che come si sa è chiuso) e la gratuità, tranne il pagamento dell'Iva, della sala multimediale del Cambellotti in favore della rassegna Lievito 2019 - ha spiegato Di Francia - Per questa parte mi sono attenuto alle regole sancite sia dalla Giunta che dal Consiglio comunale. Stessi provvedimenti sono stati presi anche dalle precedenti amministrazioni nei confronti della medesima manifestazione. Ma c'è un'altra questione che a me sembra forse di maggior rilievo: Lievito è una manifestazione culturale, dal carattere profondamente volontario e non commerciale, giunta alla sua ottava edizione. Raccoglie interesse e consensi sin dalla sua prima edizione. Forse a Carnevale, Lievito non piace o non interessa: ciò è legittimo. È però contraddittorio invocare, come spesso si fa, il rilancio del ruolo della cultura per la vita delle città e contemporaneamente invocare l'esatto opposto. Qualche tempo fa Tremonti, credendo di fare dello spirito, affermò che con la "cultura non si mangia" inaugurando una stagione di tagli che ha colpito sia le grandi istituzioni culturali nazionali che le politiche culturali delle città.