Pur sottolineando il dato incontrovertibile dei venti anni di gestione fallimentare del centrodestra, Marco Fioravante ha sempre indirizzato critiche puntuali alla nuova amministrazione ritenendo doveroso e auspicabile «aspettarsi di meglio». Oggi l'ex consigliere comunale del Pd, in passato componente della commissione urbanistica, alle soglie del quarto anno di mandato consiliare, si chiede ancora una volta quale sia il cambiamento promesso da Coletta sul fronte urbanistico. Lo spunto arriva a margine della sentenza che ha assolto il titolare della Corisma, costruttore della palazzina di via Ombrone, per le violazioni in materia di normativa urbanistica ordinando il dissequestro del manufatto. «A fronte della trafila giudiziario che, su queste vicende, segue il suo corso - spiega Fioravante - c'è una partita amministrativa che è ancora in ballo. Quello che emerge con tristezza è l'assoluta inerzia da parte dell'amministrazione in questo settore. E' passato così tanto tempo dall'annullamento dei piani che si può solo prendere atto della voglia di non decidere di questa amministrazione. La politica è altra cosa dalla gestione del diritto. A questo va aggiunto che non sempre dai tribunali escono posizioni chiare, e nel ginepraio delle sentenze si continua a restare in perenne attesa di un segno di vita su questo tema che è eredità scomoda del centodestra, ma che non ha permesso a nessuno, ad oggi, di produrre atti concretti». Fioravante ricorda come fu la stessa Regione Lazio a indicare dei percorsi per sanare i piani, che non sono battuti neanche al primo step. «Dopo tre anni di consiliatura non siamo neanche ad un quarto dell'opera per affrontare il bubbone dell'urbanistica, siamo ancora nell'ambito delle buone intenzioni e delle dichiarazioni di principio. Mettere in pratica le indicazioni della Regione, messe tra l'altro per iscritto, avrebbe sicuramente trovato un riscontro favorevole da chi poi avrebbe dovuto giudicare gli atti che arrivavano in Regione». Oggi per l'ex consigliere siamo nella situazione «nella quale alcuni cittadini/ imprenditori cercano di tutelare i loro interessi anche se scaturiti da atti viziati, un passaggio legittimo ala quale noi come Comune opponiamo solo incertezza e politica del ttti contro tutti mentre i funzionari spaventati da questso clima fanno attenzione cento volte per ogni firma che devono mettere». L'ultimo e unico atto urbanistico prodotto dalla gestione Coletta è stata la delibera quadro di indirizzo, elaborata quasi un anno fa e approvata a novembre scorso. «Abbiamo un atto elaborato dieci mesi e che non ha prodotto alcun effetto, un ufficio di piano istituito e mai entrato in funzione. Non riesco a immaginare come la gestione Coletta possa concretamente dispiegare la sua visione urbanistica a due anni dalla fine della consiliatura se non lo ha fatto fino ad ora: è francamente impossibile recuperare il gap per i tempi che le norme richiedono».