Un regolamento-bavaglio, pieno di paletti e limitazioni, per l'accesso agli atti. Una scelta che non vale solo per i cittadini, ma anche per i consiglieri comunali. Insomma, la tanto sbandierata casa di vetro di colettiana memoria, alla prova dei fatti, ossia in Consiglio comunale, viene abbattuta con i voti di maggioranza (14 a favore e 8 contrari). Latina Bene Comune ha approvato infatti sia il regolamento sia un emendamento firmato da Dario Bellini, Marina Aramini ed Emanuele Di Russo che prevede la limitazione al diritto di accesso dei consiglieri alla documentazione del contenzioso legale al fine della tutela del diritto istruttorio, e delle relazioni del responsabile dell'anticorruzione (attualmente il segretario generale Rosa Iovinella), ai fini della sicurezza. Quest'ultimo passaggio ha fatto scoppiare la bagarre in aula, con la minoranza che ha accusato Lbc di voler imbavagliare e nascondere gli atti ai consiglieri di opposizione e il capogruppo Bellini che, offeso, ha sostanzialmente detto che le parole della consigliera del Pd Nicoletta Zuliani «mi fanno schifo». Insomma, un bell'ambiente è diventato il Consiglio comunale di Latina.
L'opposizione già era critica sul regolamento, che di fatto infila una serie di limitazioni anche ai consiglieri che vorrebbero svolgere un'azione di controllo sull'attività dell'amministrazione. Poi l'ulteriore emendamento ha peggiorato il giudizio. In pratica, Latina Bene Comune pretende che non sia "disturbato il manovratore". Anche l'ex Lbc Salvatore Antoci non ha lesinato critiche: «Siamo partiti dalla casa di vetro e siamo arrivati a qualcosa di molto opaco».
Nicoletta Zuliani è stata la più dura con la maggioranza. L'esponente del Partito democratico ha chiesto ripetutamente quale fosse il riferimento normativo che giustificasse questo regolamento e queste limitazioni per i consiglieri comunali. Inutile dire che dalla maggioranza non sono stati in grado di rispondere. Poi Zuliani ha completato dicendo che «Latina Bene Comune vuole limitare la conoscenza di cittadini e consiglieri comunali». Un passaggio che ha irritato la maggioranza facendo scattare l'insulto di Bellini che, poco dopo, si è scusato con Zuliani dicendo che non si riferiva a lei ma ribadendo il concetto di non condivisione delle accuse mosse dalla consigliera del Pd.
Nei fatti questo intervento regolamentare di Latina Bene Comune ha radici profonde. Il sindaco Damiano Coletta, tempo fa, lamentava l'eccessivo uso dell'accesso agli atti da parte di cittadini su tematiche di urbanistica. Un fenomeno che a suo dire rallentava il lavoro degli uffici. Ma forse dietro c'era altro. Poi l'ulteriore tassello lo ha fornito il caso del parere legale secretato che invece è stato ottenuto da un consigliere e diffuso alla stampa. Un caso ricordato anche in aula dal segretario generale Rosa Iovinella.
Il Partito democratico attacca l'amministrazione Coletta
"Sono inaccettabili le forme offensive che la discussione ha assunto ieri in Consiglio Comunale: parole come "mi fa schifo" indirizzate ai banchi della minoranza dove la rappresentante del partito democratico faceva dichiarazioni del tutto legittime su un emendamento presentato in extremis dal profilo discutibile, sono da censurare sia moralmente che politicamente- affermano attraverso una nota il gruppo consiliare e il partito comunale di Latina - La questione riguarda un tema fondamentale: quello della trasparenza con un Regolamento di accesso agli atti ai consiglieri che non può essere imposto a colpi di maggioranza.
L'emendamento presentato in extremis dai consiglieri di LBC e votato a maggioranza non è altro che un sotterfugio per "far entrare dalla finestra" una limitazione di accesso rifiutata dallo stesso Ordine degli Avvocati. Le parole cancellate dalla bozza del Regolamento dell'Avvocatura sono state fatte rientrare nel Regolamento dell'Accesso ai Consiglieri.
Le parole "Sono sottratte all'accesso dei consiglieri le relazioni e memorie inerenti la prevenzione della corruzione dell'Ufficio anticorruzione e antimafia secretate dal responsabile per motivi di sicurezza (...)" non hanno alcun fondamento normativo. Il Responsabile Anticorruzione dovrebbe invece occuparsi di tenere costantemente aggiornato il Consiglio del proprio lavoro e delle proprie risultanze, e non preoccuparsi di come negare gli atti ai Consiglieri Comunali. Una responsabilità politica di sindaco e maggioranza pesantissima".