Abbiamo intercettato Daniela Rondinelli, capolista del M5S per l'Italia centrale, già sindacalista della Cisl, da 4 anni lavora a Bruxelles al Comitato Economico e Sociale Europeo prima come Vice-Presidente del Gruppo lavoratori e poi nel Gabinetto di Presidenza, oggi è in tour nel Lazio tra Nettuno, Gaeta, Anzio e Pomezia.
Le Europee sono da sempre elezioni poco sentite dai cittadini. Su cosa state puntando per coinvolgere gli elettori nei territori?
Ha ragione, si percepisce sempre un po' di distanza quando si parla di Europa, soprattutto tra i giovani. Il che è paradossale, se si pensa che sono proprio loro ad essere nati con gli euro in tasca. Ma evidentemente questa Europa ha le sue colpe. Forse non ha saputo bene come parlare loro e in questi anni ha dato il peggio di sé: si è mostrata con il volto dell'austerità, con i vincoli di bilancio, ha impoverito molto il ceto medio che fatica ad arrivare alla fine del mese. In questi giorni stiamo chiedendo a tutti però di andare a votare, perché ognuno può cambiare davvero le cose. In Italia noi lo stiamo già facendo: dopo il reddito di cittadinanza che va incontro alla esigenza di 2 milioni di poveri, adesso vogliamo dire basta alle paghe da 2-3 l'ora che sono una vergogna e, per questo, proponiamo un salario minimo orario di 9 euro che sarà legge entro agosto. Lo stesso modello vogliamo portarlo in Europa, anche per evitare il fenomeno della concorrenza sleale tra imprese ed evitare il dumping salariale.
A Latina M5S da anni ottiene risultati lusinghieri nelle elezioni più importanti salvo poi non riuscire a sfondare nei comuni dove i consiglieri si contano sulle dita di una mano. In futuro contate anche di crescere a livello amministrativo?
È vero, ma c'è una spiegazione semplice. Noi alle elezioni ci presentiamo da soli. I cittadini quando mettono una croce sul nostro simbolo sanno chi votano. Al contrario gli altri partiti creano coalizioni –spesso impensabili- che il giorno dopo si rompono perché fanno a gara a chi riesce ad accaparrarsi una poltrona. Paghiamo il prezzo di una legge elettorale fatta male. Certamente però se questo è il gioco, dobbiamo ripensare qualcosa. Come di fatto sta già avvenendo, con l'ipotesi di aprire alle liste civiche che rispecchiano i nostri valori: legalità, attenzione alle famiglie e ai giovani, economia circolare e cura dell'ambiente.
Quali sono i temi su cui sta puntando in questa campagna elettorale?
Oltre al salario minimo, dobbiamo investire sul rilancio dei territori utilizzando i fondi europei che, anche nel Lazio, sono poco conosciuti dalle PMI. Altro tema che mi sta a cuore è l'ambiente: dobbiamo abbandonare gradualmente le fonti fossili, dire stop alle trivelle e ai fondi europei per inceneritori e discariche. Vogliamo un'Europa plastic free. E poi una cosa fondamentale anche per Latina e i suoi territori: bisogna tutelare i marchi storici del Made in Italy dalle contraffazioni. Pensiamo a tutto l'agroalimentare che si sviluppa nel sud del Lazio: noi siamo dalla parte dei consumatori e degli agricoltori italiani: il cibo che arriva nelle nostre tavole deve essere sano e per questo proponiamo un'etichettatura europea sugli alimenti, una carta d'indentità per sapere che cosa mangiamo davvero.
Perché un elettore dovrebbe votare M5S invece delle altre liste in corsa?
Non mi piace fare gli appelli, le dico la verità! Per il Movimento parla la sua storia che è fatta di ricerca di giustizia sociale, di equità, di aiuto alle persone che hanno diritto a vivere e non sopravvivere. Il Movimento se dice una cosa, poi la fa. Quindi se noi diciamo che cambieremo l'Europa lo faremo davvero, puntando ad un'Europa che ritorni ad essere un continente d'opportunità, che stia attenta alla crescita e al benessere dei suoi cittadini, sostenendo imprese e famiglie e non solo le lobby e le multinazionali.