Il nervosismo in casa della Lega pontina cresce proporzionalmente all'incertezza sul destino dell'eurocandidato Matteo Adinolfi. E' già eurodeputato oppure no? Entrerà subito oppure dovrà aspettare l'effetto Brexit? Mentre la Corte d'Appello è alle prese con la corretta interpretazione di una norma cavillosa fatta di resti e di piazzamenti nei diversi collegi elettorali, in palude la discussione è tutta concentrata sulla disparità di trattamento reciproco tra i candidati che avevano stretto accordi elettorali da un angolo all'altro del collegio dell'Italia centrale che si estende in ben quattro regioni. La questione è la seguente: la generosità di Adinolfi, che ha fatto da traino per due candidati dell'altro sesso in ossequio alla cosiddetta parità di genere, non sarebbe stata adeguatamente corrisposta. Tanto basta per leggere sul sito ilcorrieredilatina.it l'ipotesi di una caccia ai franchi tiratori all'opera nella contea di Claudio Durigon. Ma sull'eventualità di un possibile sgambetto a Matteo Adinolfi le versioni raccolte in zona carroccio sono diverse, anche se non tutti sono disposti a parlare apertamente.
«Mi sembrano chiacchiere buttate lì per creare un pò di caos dentro un partito che ha stravinto le elezioni - taglia corto Angelo Tripodi, capogruppo della Lega in Regione - Matteo Adinolfi ha preso una barca di voti, e appena avremo finito di analizzare con cura i voti ottenuti nell'intero collegio, allora potremo dire qualcosa di più e di vero su come sono andate le cose. Posso intanto dire che per gestire al meglio la questione della parità di genere ci siamo divisi i compiti: io ho sostenuto la candidata Luisa Regimenti, e i miei colleghi pontini hanno invece sostenuto Silvia Bonfrisco. Credo che ciascuno di noi abbia assolto al meglio al proprio compito, sempre pensando al vantaggio della Lega e del candidato pontino Adinolfi». Una versione che non aggiunge e non toglie alcunché al caso di eventuali franchi tiratori.