Un substrato comune, un campo progressista sotto il nome di Zingaretti che li unisce ad intermittenza. Il Pd che di mani ne ha tese, a partire dai voti in città a Coletta quando tentò la scalata alla presidenza della provincia. Eppure Pd e Lbc sembrano più divisi che mai e tutti i tentativi di fratellanza dei dem sono stati raffreddati dal sindaco. Oggi con il voto delle europee, però, una riflessione si impone per il segretario del Pd comunale Alessandro Cozzolino.
Che ripercussioni avranno gli equilibri usciti dalle urne europee sullo scacchiere politico locale?
Le elezioni europee appena trascorse consegnano un quadro politico nel Comune di Latina che non può essere sottovalutato. L'avanzata della destra, guidata da una Lega sovranista e anti europeista e una potenziale coalizione di centro destra, come siamo abituati a vedere nella nostra città, che arriva intorno al 60%. Al Pd, che ha invertito un trend negativo iniziando una risalita in termini di consenso, spetta, sia in ambito nazionale che locale l'organizzazione di un campo che possa costituire una reale alternativa all'avanzata delle destre. In questo senso indispensabile sarà continuare sul percorso iniziato due anni fa di unità interna ed evitare personalismi che rischiano di allontanare da una partecipazione spontanea che invece si sta riattivando.
Questo il Pd lo dice da diverso tempo, ma sarete in grado di mandare un messaggio univoco agli elettori senza tradire particolarismi legati a divisioni di corrente?
A noi spetta sicuramente il compito di organizzare un'alternativa vera al rischio del ritorno di una destra che in passato per Latina è stata solo fautrice di debiti, commistioni con la malavita locale, e opere incompiute. Per quanto ci riguarda il Pd è maturo per lasciare da parte le divisioni perché non è possibile restituire la città al passato. E' evidente come in seno alla maggioranza che amministra il comune di Latina in molti capiscono che non si può fare a meno del partito democratico, anzi in tanti lo hanno votato a questa tornata elettorale e hanno partecipato alle primarie. Il sindaco appare ormai sempre più isolato, con una cerchia ristretta di fedelissimi che non sembrano rendersi conto della realtà e dei dati che gli ultimi appuntamenti elettorali consegnano. Il sindaco è isolato e all'interno del movimento capisce che non è affidabile dal punto di vista politico. Continua a costruire un progetto senza il Pd e senza capire che da solo in futuro non può andare da nessuna parte.
Però Coletta ha minimizzato il risultato del voto sostenendo che le amministrative saranno un'altra cosa e che Italia in Comune con +Europa è arrivata almeno al 3%. Che ne pensa?
Italia in comune, partito del primo cittadino, praticamente non esiste e i voti che hanno preso a queste europee, così come le preferenze alle regionali ci dicono che non riescono ad andare oltre i 1700 voti. Non ci scordiamo che dalle scorse comunali ad oggi non c'è mai stato un gran ritorno elettorale fatta eccezione per il ballottaggio, c'è stato un calo del consenso progressivo, dentro Lbc ci sono state continue defezioni a partire dagli assessori, dal segretario uscente, tre consiglieri hanno lasciato il gruppo, la sede non esiste più, i presidente di commissione che si dimettono uno dopo l'altro di fatto disimpegnandosi. Tutte persone che volevano impegnarsi per una città diverse ma che sono rimaste deluse dall'azione amministrative e politica. Il sindaco dovrebbe prender coscienza di quello che sta accadendo. E del fatto che un pezzo della sua maggioranza già vota per il Pd e ha partecipato alle primarie scegliendo un candidato del Pd alle europee. C'è già un pezzo che ragiona diversamente da lui e non vota certo per Italia in Comune.
Il sindaco dice che bisogna creare un soggetto politico scevro dalle contaminazioni dei partiti? Che ne pensa?
Questa frase cela una grande ipocrisia perché Coletta si scorda che è il vicepresidente di un partito nazionale però parla di un soggetto screvro da contaminazioni politiche. Noi come Pd rivendichiamo orgogliosamente l'appartenenza ad un partito con tutte le sue articolazioni, congressi, direzioni politiche e non un monolite guidato da una persona che decide per tutti. È onere del pd, unica forza che mantiene un voto d'opinione e un radicamento sul territorio, fare da perno in un progetto per unire le vere forze civiche, le associazioni, e parlare a tutti i cittadini per organizzare un'alternativa che possa avere la qualità nelle proposte e nelle donne e negli uomini che decideranno di rappresentarle per rilanciare una città che è ormai impantanata da anni nell'immobilismo.