La giunta che perde pezzi con le ultime dimissioni dell'assessore alle partecipate e alle attività produttive, il movimento di Lbc che tace nutrendo il malcontento di molti consiglieri, la gestione dei rifiuti ancora al palo, settori importanti di città come impianti sportivi, urbanistica, ambiente e decoro lasciati nel guado, il malumore della città divenuto un pressing insopportabile. Al termine del terzo anno di consiliatura è forse questo il momento più nero per l'amministrazione di Latina Bene Comune, sempre più scollata dalla città e sempre più invischiata nel circuito chiuso delle sue dinamiche politiche, foriere degli stessi errori (e anche degli stessi abbandoni, sei assessori su nove) da tre anni. Proprio per questo l'opposizione sta valutando un'azione comune per inchiodare la maggioranza alle sue responsabilità e spingerla ad una riflessione politica di rottura. I partiti di centrodestra lavorano su questo fronte da tempo, ma fino ad oggi lo hanno fatto solo con azioni scollegate e lasciate alla polemica del momento: negli ultimi giorni però le intenzioni di condurre un'azione corale si sono fatte più insistenti con contatti su più tavoli che hanno cercato di coinvolgere anche il Pd. Il ventaglio delle possibilità sono molte, compresa la richiesta di azzerare la giunta (già avanzata ufficialmente da Forza Italia con Calvi), ma sul piatto è stata messa anche la possibilità di presentare una mozione di sfiducia al sindaco, opzione che non avrebbe i numeri per imporsi sulla carta, ma che potrebbe creare sorprese in caso di tentennamenti in casa Lbc.