Le dimissioni del sindaco di Sezze Sergio Di Raimo? Potrebbero essere considerate come la punta di un iceberg che è affiorato dalle acque e che per essere evitato necessita di un'ulteriore fase di confronto, stavolta limitata a 20 giorni, il tempo che è concesso per legge al primo cittadino per ritirare le proprie dimissioni o per confermarle tacitamente e mettere Sezze nella mani di un commissario prefettizio dopo l'esperienza del 2006. Il vento di crisi, però, analizzando i fatti nel loro insieme ha origini ben più lontane. I primi spifferi già alla fine dello scorso anno, quando qualche malumore aveva iniziato a serpeggiare in seno alla maggioranza, con qualcuno che lo aveva espresso (nemmeno tanto chiaramente, a dire il vero) nel corso dei consigli comunali e altri che, evidentemente, non erano riusciti a leggere tra le righe del malcontento amministrativo. Poi il vento ha iniziato a prendere forza e l'intervento di Giovanni Bernasconi in consiglio con la richiesta diretta al sindaco di valutare l'operato della giunta (magari pensando ad un azzeramento degli incarichi) e di rivedere la pianta organica ha aperto un fronte. La decisione dello scorso 28 maggio di Di Raimo di togliere le deleghe agli assessori è stata vista, dai più, come una sorta di temporale estivo, ma nessuno aveva ipotizzato che proprio quella scelta trasformasse una pioggerellina intensa ma sopportabile in un vero e proprio uragano, che ha preso forza nei 25 giorni seguenti. Quasi un mese fatto di incontri, di riunioni, di confronti e, soprattutto, di opzioni. Da quella di una giunta tutta tecnica formata da esterni, all'idea di coinvolgere ex sindaci per dare uno stimolo ai nuovi amministratori, per passare ad una giunta tutta politica, con diversi consiglieri che si sarebbero dovuti fare da parte in consiglio e prendersi nuove responsabilità all'interno dell'esecutivo, fino ad arrivare a soluzioni più fantasiose e decisamente meno praticabili. Il vento in questi 25 giorni è diventato un uragano, una tempesta tropicale che è esplosa nella notte tra venerdì e sabato scorso con la Pec delle dimissioni del sindaco. Ma nel pomeriggio precedente lo stesso sindaco, convinto di avere un risultato ormai in tasca, aveva convocato i 5 assessori senza deleghe comunicando che 3 di loro non avrebbero più fatto parte della giunta, aprendo un altro fronte che difficilmente si riuscirà a chiudere, non solo sotto il profilo politico. Poi il crack in piena notte e le dimissioni che adesso aprono un nuovo fronte di perturbazioni, che molti credono si possa superare con il declassamento a semplice temporale fuori stagione.