"Questi assessori non mi rappresentano, questo non è l'accordo che auspicavo e per il quale ho lavorato, chi l'ha concluso non l'ha fatto in nome e per conto mio ma solo per il proprio interesse politico personale". All'indomani dei nomi proposti dalla delegazione del Pd a Damiano Coletta, quelli di Alessandro Patti in quota Cozzolino, e di Alessandra Bonifazi in quota Moscardelli, i veleni interni al Pd escono alla scoperto. A parlare è il presidente provinciale del Pd Mauro Visari, protagonista della scena politica del Pd dai tempi del prg Cervellati. Da Visari arriva un attacco diretto alla linea di Claudio Moscardelli ma la sua contrarietà appare quasi come un canto del cigno, il preludio ad un'uscita da un partito che non lo rappresenta più.  "Il Pd dopo una gestazione di 1 anno e mezzo finalmente decide di chiudere l'accordo col movimento LBC – spiega Visari -  una decisione che auspico e a cui ho lavorato da mesi. L'idea è quella di riunire un popolo che si è diviso e disperso, quello di centrosinistra e se possibile, ampliare il dialogo ad altri mondi come i 5 stelle e i moderati. Quando un partito si tuffa in un progetto simile a poco più di un anno dal voto spende e impegna la propria classe dirigente ai massimi livelli, si fa rappresentare da chi quotidianamente da anni rappresenta l'immagine, la storia, la credibilità del partito". "Ma- appura amaramente Visari - a Latina non è così, i due assessori indicati sono due perfetti sconosciuti. Una non è nemmeno di Latina, l'altro ha ricoperto ruoli marginali. Fermo restando che si tratti di persone rispettabilissime, non hanno nemmeno un curriculum che ne giustifichi il coinvolgimento. Si tratta di persone le cui qualifiche principali sembrano essere che l'una è "vicina a Moscardelli" l'altro a "Cozzolino".  Un po' poco francamente!". Per Visari è una scelta inaccettabile per due motivi: "E' stato concesso a Moscardelli di esprimere un nome, proprio a lui che ha osteggiato l'accordo in ogni fase ritardandone la conclusione di oltre 1 anno. Al contrario, penso che i nomi scelti dovessero rappresentare qualcosa in più che questa o quella cordata interna. Si umilia una classe dirigente latinense cresciuta e formatasi nel partito e nelle istituzioni locali negli ultimi 20 anni. Penso che questo partito conservi ancora credibilità grazie alla presenza di figure come Sarubbo,  Zuliani, Ranaldi, e molti altri. Persone che generosamente continuano ad assicurare ad un pd che li soffoca, impegno gratuito e generoso. Che senso ha fare politica nel Pd se il primo che passa viene preferito a te? Che senso ha l'impegno, lo sforzo tenace, se i tuoi compagni  di partito hanno come obbiettivo principale affossare te e non gli avversari?".

ATTACCO A MOSCARDELLI: SOLO LOGICHE DI POTERE

Visari attacca pesantemente il suo segretario provinciale. "Il pensiero corre a Moscardelli, eletto pochi mesi fa segretario provinciale "temporaneamente fino alle europee per favorire il ricambio generazionale" (lo disse lui) e che non solo non accenna a volersi dimettere, ma questo ricambio lo vuole impedire. Si tratta di dirigenti egoisti, che non pagano mai il conto degli errori che fanno. Errori che sono stati innumerevoli in questi anni, portando il pd a sicura sconfitta anche nelle condizioni più favorevoli. Da parte loro un mix di irresponsabilità ed egoismo che hanno di fatto marginalizzato il pd. Il loro unico sport è il galleggiamento nella dinamiche del potere, capaci di fare sponda con chiunque pur di conservarlo. Da Fazzone a Tiero passando per coletta (se proprio li si obbliga ad un accordo!), l'importante è che si gestisca. Non importa come e per fare cosa. Mi sento sempre più lontano da questo Pd ostaggio di logiche egoiste oltre che di figure che fanno del cinismo la cifra della propria politica. La segreteria Moscardelli ha reso questo partito fermo, stagnante, appoggiato sui suoi post prolissi. Un partito senza aspirazioni e autoreferenziale. Un segretario che sembra ignorare l'emorragia continua di iscritti e dirigenti verso LBC, verso Italia Viva e addirittura verso la lega. L'errore clamoroso di Moscardelli è, tuttavia, proprio politico: aver pervicacemente cercato un accordo innaturale con Forza Italia, invece di lavorare alla grande coalizione per Latina  fatta dalle forze civiche e di centrosinistra. Quella coalizione fatta di gente perbene e di bene comune, in grado di difendere il cambiamento imposto da Coletta alla politica cittadina. Preciso che il mio nome non è mai stato in ballo per l'assessorato, quindi a muovermi in queste considerazioni non è la delusione personale".

LA CHIAMATA ALLA SEGRETERIA REGIONALE

L'esponente dem annuncia che da presidente del Partito  nei prossimi giorni cercherà un chiarimento sull'accaduto presso la segreteria regionale. "In quella sede voglio spiegare la situazione drammatica nella quale versa il partito, mortificato nelle sue aspirazioni e tradito nella sua classe dirigente per mano di irresponsabili egoisti, che stanno di fatto negandogli il futuro per assicurarsene uno che non meritano. Al segretario regionale parlerò inoltre della condizione di abbandono di molti circoli, dell'assenza di politica e programmi, dell'emorragia di iscritti, dirigenti e simpatizzanti, di come la guerriglia tattica costante abbia soffocato la libera espressione e l'impegno individuale". "Solo dopo – conclude - potrò decidere quale sarà il mio rapporto futuro col pd e soprattutto se avrò ancora voglia di avere un rapporto con questo pd.