La delibera di giunta che ha disposto la rimodulazione del costo dei biglietti del trasporto pubblico locale continua a far discutere. La polemica non si ferma, dopo la presa di posizione di comitati, opposizione e dopo un esposto di Bugia Blu, neanche dopo l'ultima commissione Trasparenza nel quale Lbc e Castaldo hanno difeso la rimodulazione delle tariffe. «Leggo dichiarazioni preoccupanti dalla maggioranza LBC sul aumento del 50% dei biglietti di corsa semplice da 0,80 a 1,20 euro - tuonano i consiglieri comunali del Misto ed ex Lbc Salvatore Antoci e Olivier Tassi - che dimostrano come oramai abbiano smarrito le priorità della gestione del trasporto pubblico e siano in balia dell'affidataria del servizio CSC. Le vere priorità, espresse tra l'altro nel documento di programmazione (DUP), erano di rivedere i percorsi delle linee che sono inefficienti, potenziare il servizio su Latina scalo e in Q4-Q5, che risulta carente, riqualificare le fermate, anche per motivi di sicurezza, creare un polo del servizio di trasporto alle nuove autolinee concentrando tutti gli uffici e riqualificando l'area che come sappiamo ha problemi di sicurezza, il tutto nella cornice di una programmazione del trasporto sostenibile con l'avvio del PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile)». Invece - spiega Tassi «l'incarico per il PUMS è fermo, le altre priorità anche, allora cosa fa LBC, assegna un incarico per rivedere le tariffe!? Manca completamente la capacità di indirizzo politico sui trasporti. Ma tornando al merito dell'aumento dei biglietti, le motivazioni espresse dall'Assessore Castaldo, ovvero che il guadagno che l'affidataria ha sulla vendita dei biglietti è irrisorio rispetto al rimborso chilometrico della Regione, sono smentite da semplici calcoli basati sul capitolato di gara, che indicano come siano cresciuti in modo rilevante gli introiti per CSC». Vediamo le cifre fornite dal Gruppo Misto: nel Capitolato i ricavi sono divisi in 3.185.000 euro da contributo regionale e 752.000 euro da vendita dei titoli di viaggio, quindi la vendita di biglietti e abbonamenti vale il 19% del totale, non mi sembra irrisorio, non solo se si va ancora più nel dettaglio la maggior parte di questi ricavi viene dai biglietti di corsa semplice, circa 280 mila euro, seguiti dagli abbonamenti agli studenti, mentre gli altri abbonamenti sono molto meno venduti. E' interessante vedere cosa è successo nel 2019, primo vero anno di esercizio del nuovo trasporto pubblico, dalle dichiarazioni pubbliche di LBC, la vendita di biglietti di corsa semplice è quasi triplicata, infatti si prevede che gli incassi superino i 700 mila euro, ora con questa novità dell'aumento del 50% potrebbero arrivare a superare il milione di euro, con un aumento del oltre 700 mila euro rispetto ai 280 mila euro stabiliti dal capitolato, davvero così irrisorio mi domando. Anche qui LBC avrebbe la risposta dicendo che questo incoraggia i cittadini a comprare l'abbonamento mensile o addirittura annuale, risparmiando, anche qui bastano alcune considerazioni per dubitare fortemente di questa ipotesi, infatti chi già prima non comprava l'abbonamento lo faceva perché prende i mezzi in modo saltuario, per giustificare il costo dell'abbonamento mensile, che costa 34 euro, occorrono almeno 30 corse al mese, che vuol dire andata e ritorno per quindici volte, cioè un utilizzo costante non episodico». «Comunque CSC se non incassa dai biglietti - concludono - incassa dagli abbonamenti, infatti con un po' di calcoli si può prevedere che gli incassi nel 2020 saliranno ad oltre 1,4 Milioni di euro, quasi il doppio di quanto stabilito da capitolato. Invece di investire nelle priorità del trasporto per migliorare i servizi ai cittadini e ridurre l'impatto ambientale si aumentano i ricavi per il gestore». Un punto che non quadra a molti, ma su cui non sono arrivate risposte convincenti in commissione.