«Artigiani e Pmi italiane e pontine danneggiate dal dumping fiscale e produttivo, l'Europa intervenga per mettere fine a questa disparità di condizioni. Italia ultimo Paese Ue per crescita e primo per pressione fiscale». Parole dell'eurodeputato della Lega, Matteo Adinolfi, che interviene sugli ultimi dati macroeconomici secondo cui l'Italia è l'ultimo Paese europeo per crescita (+0,3% su base annua), così come stimato dalla Commissione Europea. Al contempo, l'Italia è prima in classifica per pressione fiscale, arrivata a toccare il 64,8%.

«Dati da brividi - prosegue l'europarlamentare pontino della Lega - che devono farci riflettere. In primo luogo sul tema del dumping produttivo e fiscale che interessa sopratutto molti paesi che hanno aderito all'Ue e dove il costo del lavoro e le tasse sono nettamente più vantaggiose delle aliquote applicate nel nostro Paese. Tutto ciò si ripercuote sull'economia nazionale e su quella locale. Proprio in questo fine settimana ho visitato un'azienda locale che produce mobili artigianali di grandissima qualità, la Campani Mobili che rappresenta un piccolo pezzo di storia dell'economia locale, che ha rinnovato il proprio show room, e che nonostante tutto continua a produrre qui a Latina. Ancora una volta purtroppo però ho toccato per mano le difficoltà di chi ogni giorno deve scontrarsi con un sistema di tassazione e di imposizioni che non permettono lo sviluppo delle nostre industrie e delle nostre eccellenze artigianali. Come ha sempre detto Matteo Salvini al nostro Paese serve uno shock fiscale che rimetta in moto l'economia e la crescita. Scelte che portino lavoro per i nostri giovani e che facciano ripartire quel circolo virtuoso in grado di produrre ricchezza e bellezza per il nostro Paese. I nostri artigiani italiani e pontini sono pronti. Dal canto nostro in Europa ci spendiamo quotidianamente nelle varie Commissioni per segnalare questo sistema distorto che non permette al nostro paese di ridurre le tasse agli artigiani e ai piccoli imprenditori, favorendo esclusivamente quelle multinazionali che spostano le loro sedi fiscali nei Paesi Ue come il Lussemburgo che applicano aliquote di tassazione fuori da ogni logica. Una stortura da correggere per ridare forza al nostro paese e agli altri Stati membri che basano il proprio Pil sull'economia reale, sulla forza e la qualità del lavoro, e non su quella finanziaria che favorisce esclusivamente banche e multinazionali».