Tutti contro tutti. Alla fine il Centrodestra ha deciso di buttare al mare l'unità tanto decantata nei mesi scorsi e alla prova del 9, ossia nella scelta delle coalizioni e dei candidati sindaco per le elezioni comunali della primavera prossima a Terracina e Fondi, il centrodestra andrà in ordine sparso. Lega e Forza Italia hanno stretto un patto per andare unite a Fondi e Terracina contro Fratelli d'Italia, che è stata di fatto isolata. L'accordo è stato siglato da Claudio Durigon e Claudio Fazzone, di fatto i plenipotenziari in provincia di Lega e Forza Italia. Un'intesa che però, a livello locale, sta provocando fortissimi malumori, in particolare nella Lega. E la ragione non è difficile da comprendere: gran parte della classe dirigente del Carroccio proviene dalla fu Alleanza Nazionale. Proprio quel gruppo politico che per anni ha contrastato politicamente il predominio nel centrodestra di Claudio Fazzone e Forza Italia. Ora dobbiamo stare insieme a lui?, si chiedono nella Lega. La risposta è arrivata da Fondi: l'intero direttivo comunale della Lega ha rassegnato le dimissioni, con una lettera di fuoco ai coordinatori provinciale Silviano Di Pinto e regionale Francesco Zicchieri. A Fondi il candidato sindaco sarà infatti Beniamino Maschietto, che però era stato già scelto nelle scorse settimane da Forza Italia, ossia da Fazzone, prima ancora che l'accordo con Durigon e la Lega fosse ufficializzato (ma in realtà i due erano d'accordo già da tempo).
Stessa situazione che sembra si stia per ripetere a Terracina, dove alcuni dirigenti della Lega non sono soddisfatti del nome emerso dal vertice tra Lega e Forza Italia per la candidatura a sindaco, quello di Luigi Torre. Gli esponenti locali vorrebbero un esponente maggiormente identificabile col Carroccio, dal momento che la rottura con Fratelli d'Italia è tata proprio sul fatto che la Lega rivendica il primo candidato sindaco nella provincia di Latina.
Uno scenario che inevitabilmente rischia di portare conseguenze anche nella città di Latina, dove si vota l'anno prossimo. Anche qui Durigon e Fazzone già hanno un accordo sulla candidatura di un professionista esterno alla politica, un esponente della società civile. Una linea confermata anche domenica scorsa da Matteo Salvini sul palco del Palazzo dei Congressi di Roma dove, non casualmente, erano presenti sia Durigon sia Fazzone: il leader della Lega ha sottolineato come nelle grandi città saranno candidati personaggi non direttamente legati ai partiti. E Latina rientra nel cerchio. E Fratelli d'Italia? A livello locale i dirigenti di Latina dialogano e lavorano per pianificare un percorso unitario. Tutti, però, fanno notare un punto: andare divisi a Latina significa perdere. Cosa che invece non si rischia né a Terracina né a Fondi, dove in ogni caso dovrebbe vincere un candidato del centrodestra. Insomma, a Latina la paura di perdere potrebbe riportare a più miti consigli. Certo però va capito in che condizioni ci si arriva, dopo una doppia sfida fratricida nemmeno un anno prima.