Niente fave e legumi nella zona di Quartaccio, scatta il divieto alla coltivazione per un raggio di trecento metri dalla scuola. Il provvedimento è stato adottato dal sindaco Carlo Medici per tutelare la salute di un bambino. Sono stati gli stessi genitori del minore a informare l’ente locale che lo stato di salute di loro figlio potrebbe essere pregiudicato qualora lo stesso venisse a contatto con fave e piselli, ne ingerisse i frutti o inalasse semplicemente i pollini di queste piante. Motivo per cui il primo cittadino con l’ordinanza in questione – la n. 17 pubblicata ieri all’albo – ha vietato la coltivazione di fave e piselli nel raggio di 300 metri dalla scuola elementare e anche nei pressi dell’abitazione del bambino. Questo perché – si legge – la coltivazione di tali piante «costituisce occasione di nocumento e di grave pericolo, in considerazione anche di conseguenze letali». La limitazione dell’iniziativa economica privata, dunque, viene ristretta per motivi di interesse generale: la salute pubblica da tutelare, anche se riferita a un solo soggetto. Il divieto dovrà essere osservato finché durerà la permanenza del bambino in quei luoghi. E ora entro dieci giorni i coltivatori dovranno raccogliere il prodotto e comunque eliminare del tutto il tipo di colture (fave e piselli) dal campo.