Abbiamo dato notizia ieri della situazione in cui versa il Teatro comunale di Priverno, chiuso ormai da tempo. Per la riapertura e il rilancio della struttura di via Marzi era stato pubblicato un bando onde procedere all’affidamento della gestione del teatro. La scadenza di quel bando era stata prorogata più di una volta, senza che fossero fornite spiegazioni di alcun genere. Ma non è da escludere che le varie proroghe fossero dettate dalla mancanza di imprenditori interessati al rilancio della struttura, che, non si può negare, negli anni passati, ha vissuto momenti di splendore, ospitando compagnie nazionali di notevole spessore. Senza contare che, su quel palco, si sono esibite anche compagnie locali.

Sempre con considerevole successo. All’ultima scadenza del bando, sarebbe arrivata una sola offerta che, però, stando a indiscrezioni - visto che dal palazzo comunale non è stata diffusa alcuna comunicazione ufficiale - sarebbe stata presentata da qualcuno non in linea con i requisiti richiesti dal bando. Insomma si trattava di una notizia decisamente non buona. Contestualmente, è stata pubblicata la graduatoria delle proposte accettate dell’Area Spettacolo dal vivo della Regione Lazio. Il Comune di Priverno è collocato al decimo posto della classifica.

Una buona posizione, visto che sono state 77 le richieste dichiarate ammissibili e soltanto 19 di esse accedono al piano di sviluppo dei Teatri. Quindi, anche Priverno. Ma da parte regionale, al momento, ne verranno finanziate soltanto cinque. In tutto 2milioni e 700mila euro. In futuro è probabile che si proceda all’elargizione di altri contributi. In Comune si dicono certi che nel 2017 anche il Teatro di Priverno sarà finanziato e l’auspicio di tutti è che ciò accada veramente. Federico D’Arcangeli di Agenda per Priverno, che da sempre ha lanciato l’idea di una gestione cooperativistica del teatro tra tutte le associazioni presenti sul territorio, alla luce dell’infruttuosità del bando per la gestione e del fatto che al momento solo le prime cinque proposte sono state finanziate, ha ribadito che forse la sua proposta non è proprio da buttare se si vuole ridare un minimo di vita in tempi brevi a quella struttura.