La task force composta da Parco nazionale del Circeo, Regione Lazio, Centro di ricerca per l’agricoltura e l’economia agraria (Crea) è pronta a entrare in azione per contrastare il parassita che da mesi sta “assediando” il promontorio. Nella giornata di ieri dal Crea è arrivata la prima comunicazione al direttore del Parco Paolo Cassola in seguito ai sopralluoghi che sono stati effettuati nei giorni passati con il contributo degli specialisti dell’Università della Tuscia. Il Crea, in buona sostanza, ha confermato la piena disponibilità a svolgere le indagini «tassonomiche ed epidemiche» in modo tale da procedere poi a definire una corretta strategia di controllo del fenomeno. Occorre capire, in pratica, come contrastare lo “Xylosandrus” - questo il nome scientifico del parassita - per evitare che infetti altre piante. Il problema di fondo è nel fatto che l’insetto in questione depone le proprie uova nel midollo dei ramoscelli delle fronde degli alberi, depositando anche delle spore di funghi che poi attaccano l’arbusto con tutti i danni che ne conseguono, specie se la pianta è già in condizioni di “stress”. Probabilmente la controffensiva sarà applicata inizialmente a un’area limitata del bosco, così da testarne l’efficacia. Al momento non è ben chiaro come gli enti competenti intenderanno agire, ma di sicuro il metodo tradizionale - ossia rimuovere i rami infetti e bruciarli - non può essere applicato al Parco nazionale del Circeo, soprattutto in considerazione dell’enorme estensione del fenomeno. Si proverà dunque con altri sistemi, studiando il comportamento dell’insetto e la risposta sollecitazioni.