Sono stati ascoltati ieri dal gip del Tribunale di Latina Pierpaolo Bortone i due trentenni di rapina accusati di aver prelevato con la forza da un bar un imprenditore di Sabaudia per ottenere il pagamento di alcuni lavori non saldati, arrivando poi a picchiarlo e a prendergli lâautomobile. Nel corso dellâudienza, i due uomini di Pontinia (T.G. 33 anni e D.G.S. 32 anni, entrambi incensurati) hanno raccontato la propria versione dei fatti. E alla fine le accuse nei loro confronti sono state ridimensionate. Ã infatti caduta la contestazione del sequestro di persona e della rapina e gli indagati, assistiti dagli avvocati Alessandro Paletta e Flaviana Coladarci, dovranno rispondere ora dei reati di estorsione e lesione nei confronti di N.B., imprenditore di Sabaudia.
La questione, si diceva, è legata a un credito vantato da uno dei due indagati nei confronti dellâuomo. Una cifra che complessivamente non ammonta a 5mila euro, bensì a 400 euro. Secondo quanto ricostruito dallâaccusa, gli indagati si sarebbero recati allâinterno di un bar e qui avrebbero raggiunto lâimprenditore chiedendogli il pagamento delle somme dovute. Dopodiché lâuomo sarebbe stato trascinato con forza nellâauto e portato presso lâabitazione, dove poi - davanti alla moglie - è nata la colluttazione. Infine, i due indagati si sono allontanati con lâauto della vittima, salvo poi essere rintracciati dai militari dellâArma di Sabaudia che mercoledì sera li hanno tratti in arresto presso un bar in cui si erano recati per bere una birra.
Ieri lâudienza di convalida, in cui i 30enni, assistiti dai propri legali, hanno fornito la loro versione dei fatti. I due hanno ribadito di vantare un credito nei confronti dellâimprenditore, confermando di avergli chiesto del denaro, ma senza trascinarlo con la forza in auto. Una volta in casa dellâimprenditore, toni si sarebbero accesi quando N.B. (le iniziali della vittima) avrebbe respinto le loro richieste. Poi lâinizio di una colluttazione, a seguito della quale allâimprenditore sono state diagnosticate lesioni superficiali giudicate guaribili in cinque giorni. Come âpegnoâ per il credito vantato, T.G. e D.G.S. hanno dunque preso lâauto della vittima, che poi è stata riconsegnata dai militari dellâArma al legittimo proprietario.
Nel tardo pomeriggio di ieri è arrivata la pronuncia del gip, che ha riformulato lâaccusa nei confronti dei due. Per quanto riguarda la misura cautelare, è stata disposta quella degli arresti domiciliari. Ora i difensori degli indagati, gli avvocati Paletta e Coladarci, valuteranno un eventuale ricorso al Riesame.
Estorsione a un impreditore: arrestati messi ai domiciliari
Estorsione a un impreditore: arrestati messi ai domiciliari
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