Nuovo round in tribunale per una contesa relativa alla frequentazione di un centro diurno per disabili a Sabaudia. Caso sul quale ieri si sono pronunciati i giudici del Consiglio di Stato per quel che riguarda l’istanza cautelare. Oggetto del contendere è il provvedimento di autorizzazione a frequentare il centro diurno due volte a settimana per un determinato arco temporale, nonché – ma gli atti sono di fatto correlati, ndr – la nota di una psicologa. I soggetti privati, coperti da “omissis” per chiare ragioni di privacy, hanno quindi promosso ricorso al Tar chiedendo l’annullamento degli atti e in primo luogo il “congelamento” degli stessi con la sospensiva. In primo grado i giudici del Tar di Latina hanno respinto l’istanza di sospensiva ritenendo che fossero stati ponderati in modo opportuno gli interessi di entrambe le parti. I ricorrenti non hanno però condiviso la scelta del Tribunale amministrativo e hanno quindi presentato appello innanzi al Consiglio di Stato e ieri è stata depositata l’ordinanza. Il ricorso in questa fase di giudizio – che non è nel merito, come già detto – per i giudici non presenta presupposti sufficienti per concedere la sospensiva. Per il Consiglio di Stato, infatti, le censure mosse non appaiono «meritevoli di accoglimento». Questo anche alla luce della relazione della psicologa coordinatrice del centro diurno. Le spese, considerata la delicatezza della vicenda, sono state compensate tra le parti. L’iter giudiziario relativo alle istanze cautelari, cioè la sospensiva richiesta dai ricorrenti, è ormai concluso. Si apre ora la fase del merito, con i giudici del Tar di Latina chiamati a pronunciarsi sull’annullamento degli atti che i privati hanno impugnato con il ricorso.